L’aggressione è avvenuta nel Pronto Soccorso dell’ospedale Moscati di Aversa, dove la dottoressa è stata colpita da una paziente che, in un gesto di rabbia, le ha lanciato contro un computer e una stampante. L’impatto le ha causato contusioni al torace e una escoriazione al braccio sinistro, con una prognosi di 30 giorni. Ma al di là del danno fisico, è il morale della dottoressa ad essere segnato profondamente, come si percepisce dalle sue parole: “Lo stato d’animo è di grande delusione, ma continuerò a fare il medico, forse non più al pronto soccorso.”

Un impegno spesso incomprensibile dall’esterno
La dottoressa mette in luce un punto importante che va oltre l’episodio di violenza: la difficoltà, per chi sta all’esterno, di comprendere le dinamiche interne di un ospedale e le priorità che regolano gli interventi di emergenza. “Non si comprende il nostro impegno,” spiega la professionista, che sottolinea come, molto spesso, i medici di pronto soccorso debbano mettere da parte famiglia e interessi personali per garantire un servizio essenziale alla comunità.

Il problema delle aggressioni verbali e fisiche
Non è una situazione isolata: le aggressioni nei confronti degli operatori sanitari in pronto soccorso sono diventate un problema quotidiano. “Le aggressioni verbali sono all’ordine del giorno”, racconta la dottoressa, che confessa di aver imparato a resistere per il senso di appartenenza e per l’affetto verso i colleghi, che considera una vera e propria seconda famiglia. Tuttavia, non nasconde che la paura per la propria sicurezza è cresciuta notevolmente sin dai primi giorni nel ruolo di dirigente medico al Moscati.

La necessità di una lezione di consapevolezza per gli utenti
“Questi 30 giorni di prognosi, spero, possano essere da lezione anche per gli utenti,” afferma la dottoressa, evidenziando come l’assenza di personale medico non sia solo un dato numerico, ma una realtà che ha un impatto diretto sulla qualità e sulla tempestività delle cure. Le parole della dottoressa mirano quindi a sensibilizzare l’opinione pubblica: la mancanza di personale non è solo una questione organizzativa, ma un rischio per la salute di tutti.

Un appello per garantire la sicurezza del personale sanitario
Per garantire un’assistenza di qualità, la sicurezza del personale sanitario è fondamentale. Oltre alla sensibilizzazione degli utenti, l’episodio di Aversa evidenzia l’urgenza di misure protettive per chi lavora in contesti ad alto rischio come il pronto soccorso. Solo creando ambienti sicuri e supportando adeguatamente i medici e gli infermieri sarà possibile far sì che i professionisti continuino a svolgere il proprio lavoro senza timori.