Un episodio al limite del surreale si è verificato durante una perquisizione ordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere nell’ambito dell’inchiesta che vede coinvolto il consigliere regionale della Campania, Giovanni Zannini, e altre sei persone. Durante la perquisizione presso l’abitazione di una persona non ancora formalmente indagata, ma ritenuta vicina a uno degli imprenditori coinvolti, i carabinieri si sono trovati di fronte a una scena che ha dell’incredibile.

Il Lancio di Denaro dal Finestrino
Al loro arrivo, i militari dell’Arma hanno assistito a un gesto inaspettato: l’uomo, che avrebbe legami con uno degli imprenditori sotto indagine, ha aperto la finestra e ha lanciato nel vuoto un pacco contenente 160mila euro in contanti. Fortunatamente, i carabinieri sono riusciti a recuperare il denaro, il cui possesso sembrerebbe confermare i sospetti degli inquirenti circa la gestione di ingenti somme di denaro legate alla vicenda sotto investigazione.

Le Indagini e i Sospetti
Le indagini si concentrano su una serie di operazioni finanziarie sospette. Gli investigatori avevano già individuato movimenti particolarmente rilevanti: uno degli imprenditori indagati, Alfredo Campoli, risultava recarsi frequentemente presso l’abitazione di questa persona per ritirare ingenti somme di denaro. Questo comportamento, unito al recupero dei 160mila euro, sembra rafforzare le ipotesi della Procura sulla possibile esistenza di un sistema illegale di gestione di fondi.

Nonostante queste evidenze, è importante sottolineare che per tutti gli individui coinvolti nell’inchiesta vige il principio di presunzione d’innocenza fino a eventuale condanna definitiva.

L’Incontro con il Presunto Agente dei Servizi Segreti
Un ulteriore elemento di interesse emerso durante l’inchiesta riguarda un presunto coinvolgimento dei Servizi segreti. Gli investigatori, infatti, hanno documentato un incontro tra Alfredo Campoli e un uomo che si sarebbe presentato come un agente dei Servizi, in possesso di informazioni riservate riguardanti proprio l’indagine in corso.

Secondo quanto riferito, il presunto “007” avrebbe dichiarato a Campoli di essere in grado di «fare grandi cose» insieme, alludendo a possibili vantaggi o protezioni derivanti dal suo presunto ruolo. Questo aspetto della vicenda apre ulteriori interrogativi sull’ampiezza della rete di connessioni e sulla portata dell’inchiesta.