La tragedia della piccola Elena Cella, deceduta a soli tre anni e mezzo, continua a suscitare dolore e interrogativi nella sua famiglia. Convinti che una semplice tac avrebbe potuto salvare la vita della loro bambina, i genitori e i nonni di Elena si oppongono alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Napoli. Secondo la tesi sostenuta dai consulenti della famiglia, la tempestiva esecuzione di una tomografia assiale computerizzata avrebbe rivelato la vera causa del malessere di Elena: un volvolo intestinale, una torsione dell’intestino che avrebbe richiesto un intervento chirurgico tempestivo per evitare l’infarto intestinale che alla fine ha causato la sua morte.
Inoltre è contestata l’errata diagnosi di diabete infantile, che ha portato al trasferimento della bambina in un reparto specialistico non adeguatamente attrezzato per gestire la sua condizione. Questo ha contribuito alla serie di tre arresti cardiaci che Elena ha subito durante il suo calvario di due giorni nei reparti ospedalieri.
La famiglia di Elena ha incaricato il chirurgo Mario Lima come consulente, il quale sostiene che solo nel 6% dei casi si muore per infarto addominale e che una semplice tac avrebbe potuto cambiare il destino della bambina.
Martedì è prevista un’udienza dinanzi al gup del tribunale di Napoli per discutere della vicenda e approfondire ulteriormente le circostanze della morte di Elena. Per i familiari, è fondamentale ottenere giustizia e chiarire le responsabilità per evitare che simili tragedie possano ripetersi in futuro.