L’Italia continua ad affrontare una sfida importante in termini di occupazione femminile, con una partecipazione al mercato del lavoro ancora al di sotto degli obiettivi europei. Secondo i dati dell’ISTAT, solo il 53% delle donne in Italia è occupato, mentre il 67% resta ancora un traguardo lontano. Una delle ragioni dietro questo basso tasso di occupazione femminile è la scelta obbligata che molte donne fanno di abbandonare il lavoro retribuito per occuparsi della famiglia. Questo fenomeno porta molte donne a vivere in situazioni di incertezza, con domande legittime sul loro futuro pensionistico.

Una delle principali domande che si pongono le casalinghe riguarda proprio la pensione. Possono ottenere una pensione se non hanno contributi da lavoro retribuito? La risposta è sì, ma il percorso per ottenerla può essere meno noto.

Le casalinghe possono beneficiare della pensione attraverso diversi canali. Innanzitutto, se sono a carico del coniuge, possono godere della pensione di quest’ultimo o della reversibilità in caso di morte. Tuttavia, anche le casalinghe possono percepire una pensione propria dopo i 67 anni.

Una delle opzioni è quella di ricevere contributi dall’INPS in condizioni economiche difficili. Se la casalinga non ha un coniuge che percepisce una pensione o un reddito proprio, potrebbe avere diritto all’assegno sociale, un minimo garantito per coloro che si trovano in condizioni particolarmente precarie.

Un’altra possibilità è versare contributi direttamente all’INPS attraverso il “Portale dei pagamenti”, utilizzando la sezione dedicata al “Fondo Casalinghe e Casalinghi”. Questi contributi possono essere versati per almeno 5 anni, con un importo annuo di 310 euro, o almeno 26 euro al mese.

Sebbene l’importo dei contributi possa sembrare basso, questo può garantire un futuro più solido per le casalinghe che non hanno un lavoro retribuito e che desiderano avere una pensione propria una volta raggiunta l’età pensionabile.