Un giovane sospettato di essere l’autore di una rapina a mano armata ai danni di un distributore di carburanti a Pompei lo scorso 6 settembre si trova ora agli arresti domiciliari, monitorato da un braccialetto elettronico. L’ordinanza cautelare è emessa dal giudice del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura oplontina, e ha sorpreso molti osservatori che si aspettavano l’applicazione della custodia cautelare in carcere. Gli agenti del Commissariato di Pompei e della Squadra mobile di Napoli hanno eseguito l’ordinanza, contestando al giovane non solo la rapina al distributore ma anche la tentata rapina ai danni di un cliente e il possesso illegale di arma da sparo.
La decisione di applicare gli arresti domiciliari anziché la custodia in carcere potrebbe sollevare dibattiti sulla severità delle misure precauzionali. Tuttavia, la magistratura sembra aver valutato attentamente le circostanze del caso, tenendo conto di vari fattori.
Il giovane, il cui nome è stato mantenuto riservato per motivi legali, dovrà ora rispettare rigorose restrizioni imposte dalla sua nuova condizione giuridica. Il braccialetto elettronico, che funge da strumento di monitoraggio costante, è progettato per garantire il rispetto delle disposizioni degli arresti domiciliari.
La Procura di Torre Annunziata aveva inizialmente richiesto la custodia in carcere, sostenendo che la gravità dei reati contestati giustificasse questa decisione. Tuttavia, il giudice ha optato per una soluzione più flessibile, probabilmente tenendo conto di fattori come l’età del sospettato, la sua assenza di precedenti penali o altri elementi circostanziali che potrebbero aver influito sulla decisione.
La comunità locale segue con attenzione lo sviluppo di questa vicenda, con opinioni divise sulla decisione della magistratura. Alcuni esprimono preoccupazione per la sicurezza pubblica, mentre altri lodano la magistratura per aver adottato una misura più equilibrata, consentendo al giovane sospettato di essere sotto controllo senza incarcerarlo.





