Le analisi condotte dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, in collaborazione con il Dipartimento di Medicina veterinaria e produzioni animali della Federico II e l’Asl Napoli 1 Centro, hanno confermato che la morte di un gruppo di ventidue caprette ad Anacapri non è causata da avvelenamento, ma da una folgorazione dovuta a un fulmine. Secondo le prime indagini dei ricercatori, l’evento tragico si è verificato durante un temporale intenso nelle prime ore del mattino del primo luglio. Le caprette si erano rifugiate sotto un albero, ed è stato proprio l’impulso elettrico del fulmine a colpirle fatalmente.
Gli esperti hanno raccolto prove e analizzato i dati meteorologici per comprendere appieno le dinamiche che hanno portato alla probabile folgorazione delle caprette. Sono evidenziati i segni dell’azione del fulmine sull’albero e l’assenza di tracce di sostanze tossiche sul luogo. Attualmente, sono in corso analisi istologiche specifiche per confermare definitivamente l’ipotesi della folgorazione come causa di morte. Inoltre, sono stati effettuati campionamenti per approfondimenti tossicologici e infettivi al fine di escludere altre cause di morte e verificare lo stato di salute delle caprette nell’area di Anacapri.
Antonio Limone, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, ha espresso il suo dispiacere per la morte accidentale delle caprette. Le necroscopie effettuate in collaborazione con esperti dell’Istituto e dell’Università indicano che la folgorazione è la causa più probabile della morte. Tuttavia, per la conferma definitiva, sono in corso ulteriori analisi istologiche specifiche. Limone ha sottolineato che sono anche in corso approfondimenti tossicologici e infettivi per escludere altre cause di morte e monitorare lo stato di salute delle caprette nell’area di Anacapri.