Le indagini condotte dall’ASL di Salerno sulle “terapie fantasma” hanno portato alla luce una nuova scoperta sconcertante. Si è appreso che diversi pazienti, deceduti anche da settimane, risultano aver ricevuto cure riabilitative a domicilio dopo la loro morte. Questo fatto avviene nonostante lo scandalo dei cosiddetti “morti riabilitati” sia esploso da mesi. La task force dell’Azienda Sanitaria, guidata dal manager Gennaro Sosto, ha rilevato due casi nelle ultime ore: uno riguardante un paziente in cura presso un centro di riabilitazione convenzionato nell’Agro nocerino e l’altro relativo a un paziente affidato a una struttura nella Piana del Sele.
I casi dei “morti riabilitati” si stanno accumulando da diversi anni e potrebbero emergere ulteriori casi se i controlli sulle prestazioni riabilitative domiciliari degli ultimi dieci anni procedessero con la dovuta celerità, come garantito alla Corte dei Conti. Attualmente, le verifiche sono in corso presso i vari distretti sanitari della provincia di Salerno.
In questa surreale vicenda, è emerso più volte che pazienti ricoverati negli ospedali dell’ASL ricevevano, solo sulla carta, prestazioni di riabilitazione domiciliare. Firme di terapisti che avrebbero effettuato le cure sono apposte sui documenti, anche con l’attestazione degli stessi pazienti o dei loro familiari.
La questione si concentra sul file “H”, che gestisce le prestazioni riabilitative. Questo file non comunica né con l’anagrafe sanitaria che registra i vivi e i morti, né tantomeno con il registro dei ricoverati negli ospedali. Di conseguenza, è possibile che l’ASL abbia pagato sia per le prestazioni riabilitative alle strutture private convenzionate che per i ricoveri ospedalieri per i residenti nelle Rsa (Residenze Sanitarie Assistenziali).
Si tratta di una situazione grave e inaccettabile, che richiede un’indagine approfondita per individuare le responsabilità e garantire che tali pratiche illegali vengano fermate. È fondamentale che l’ASL di Salerno intraprenda azioni immediate per risolvere questa situazione, ripristinando l’integrità del sistema sanitario e assicurando che le risorse siano destinate alle cure dei pazienti che ne hanno effettivamente bisogno.