Il latte fresco potrebbe presto scomparire dalle nostre tavole. L’azienda leader nel settore, Granarolo, sta infatti puntando tutto sul latte pastorizzato con scadenza a dieci giorni per allineare l’offerta ai mutamenti radicali della spesa delle famiglie italiane avvenuti negli ultimi anni. Secondo Gianpiero Calzolari, presidente della cooperativa composta da circa 600 allevatori di 12 regioni italiane, la scadenza a dieci giorni del prodotto produrrà un prolungamento di oltre il 60% della shelf-life, riducendo notevolmente gli sprechi.
La scelta di Granarolo è dettata dalle esigenze del mercato. Infatti, con la pandemia, la gente ha cominciato ad andare con meno frequenza al supermercato e preferisce acquistare latte a lunga conservazione con una scadenza a circa 90 giorni. Le catene di supermercati, inoltre, hanno l’abitudine di ritirare dai banchi frigo le confezioni di latte fresco prima della scadenza riportata sull’etichetta, incidendo sul prezzo di vendita e generando costi di reso e smaltimento.
La scelta di Granarolo, tuttavia, potrebbe avere un impatto significativo sulla filiera del latte. Infatti, molti allevatori potrebbero essere costretti ad adeguarsi alle esigenze dell’azienda, adottando pratiche di produzione che garantiscano una shelf-life più lunga del latte fresco.
Tuttavia, ci sono anche dei vantaggi. La produzione di latte pastorizzato potrebbe ridurre l’impatto ambientale legato alla produzione e distribuzione del latte fresco, garantendo una filiera più sostenibile e riducendo gli sprechi.