Un imprenditore di Nola ha raccontato in aula davanti al tribunale di Avellino, presieduto dalla giudice Sonia Matarazzo, di aver chiesto l’aiuto di Aniello Acunzo, affiliato al clan Cava (poi diventato collaboratore di giustizia e deceduto nel maggio del 2021), per convincere Francesco Maione ad accettare le cambiali firmate da lui e non dalla moglie. Tuttavia, finì colpito alla tempia con il calcio della pistola e alla fine Acunzo gli ha detto di fare quello che Maione voleva. A riportare la notizia è il quotidiano Roma oggi in edicola.
L’imprenditore ha denunciato tutto alla Guardia di Finanza quando è venuto a sapere che avrebbe dovuto restituire 170mila euro per ogni 100mila euro ricevuti in prestito in un giro di usura. Gli imputati nel processo sono Salvatore Cava, figlio del boss Biagio, il cugino Florio Galeota Lanza e Francesco Maione, accusati di associazione di tipo mafioso e, in modo particolare, di usura aggravata dal metodo mafioso.