Il caso dell’operatore socio-sanitario che ha scattato foto ai pazienti anziani che accudiva durante il suo servizio alla casa di riposo Monumento ai Caduti di San Donà di Piave, per poi condividerle su Instagram e sulla chat di WhatsApp “Sballati on the road”, è un fatto grave e inaccettabile. L’operatore, V.D.M., è condannato a un anno di reclusione, pena sospesa, per aver violato la privacy e la dignità dei pazienti, e per aver rubato alcune medicine dalla farmacia della casa di riposo. Oltre alla pena detentiva, il giudice ha stabilito il pagamento delle spese processuali da parte del trentenne, nei confronti delle parti civili: l’Ulss 4 Veneto orientala, assistita dall’avvocato Alessio Bacchin; e due vittime, rappresentate dai penalisti Igor Zornetta e Luca Sprezzola.
Il comportamento di V.D.M. è definito “gravissimo” dal pubblico ministero veneziano Giorgio Gava, che ha parlato di “immagini e video attinenti alla vita privata degli anziani e di malati terminali”. L’operatore scattava le foto mentre i pazienti erano allettati, in abbigliamento da notte o seminudi, e in alcuni casi incoscienti o semi-incoscienti. Questo comportamento è definito “offensivo” e “lesivo” della dignità dei pazienti, soprattutto in considerazione del fatto che molte di queste persone erano portatrici di minorazione fisica, psichica o sensoriale.
Inoltre, il fatto che queste immagini fossero poi condivise su Instagram e sulla chat di WhatsApp “Sballati on the road” rende la situazione ancora più inquietante. Non si conoscono le motivazioni che hanno spinto V.D.M. a compiere tali azioni, ma è chiaro che si tratta di un comportamento del tutto inappropriato e lesivo della dignità dei pazienti.