Aumenta, ancora una volta, il numero di pensionati, che salgono dai 16,041 milioni del 2020 ai 16,099 del 2021, per un totale di 57.547 unità in più. A certificarlo è il Dal Decimo Rapporto “Il Bilancio del Sistema Previdenziale italiano. Andamenti finanziari e demografici delle pensioni e dell’assistenza per l’anno 2021”, redatto dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali. Dopo un trend positivo avviatosi nel 2009 e proseguito in modo costante fino al 2018 per effetto delle ultime riforme previdenziali, che hanno innalzato gradualmente requisiti anagrafici e contributivi, il numero di pensionati si mostra di nuovo in risalita.

Un incremento, questo, che secondo lo studio è ascrivibile alle numerose vie d’uscita in deroga alla Fornero introdotte dal 2014 in poi e culminate nel 2019 nell’introduzione di Quota 100, ma comunque inferiore a quanto ci si aspettasse dopo la ripetuta conferma degli ultimi anni di vari provvedimenti finalizzati all’anticipo pensionistico (Ape sociale, Opzione Donna, etc.), anche in virtù della contestuale e numericamente significativa cancellazione di molte prestazioni di lunga decorrenza.

All’1 gennaio 2022 risultavano in pagamento presso il solo settore privato INPS 353.779 prestazioni previdenziali con durata quarantennale, erogate cioè a persone andate in pensione nel lontano 1980 o ancora prima; il decremento rispetto all’anno precedente, quando se ne contavano 423.009, è del 16,4%: si tratta di 69.230 prestazioni eliminate, parte delle quali anche a causa del nuovo coronavirus, i cui esiti si sono manifestati più severamente nei confronti degli over 65.