Assolti con formula piena due medici dell’ospedale Cardarelli di Napoli, finiti a processo per aver disposto una trasfusione di sangue su una paziente testimone di Geova contraria a tale trattamento per motivi religiosi. La sentenza è emessa dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Napoli, che ha stabilito l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”. L’episodio risale a marzo 2018, quando la donna, originaria di un Paese asiatico e affetta da una grave patologia uterina, finì ricoverata nel reparto di ginecologia del nosocomio napoletano. In quella circostanza, i due medici decisero di procedere con l’emotrasfusione, ritenendola indispensabile per salvare la vita della paziente.

La donna, testimone di Geova, si era successivamente costituita parte civile, accusando i sanitari di violenza privata per aver agito contro la sua volontà religiosa.

Dopo sette anni di indagini e udienze, il gup ha accolto la tesi difensiva sostenuta dagli avvocati Claudio e Fabrizio Botti e Riccardo Ferone, assolvendo entrambi i medici. Anche il pubblico ministero aveva chiesto l’assoluzione, riconoscendo la legittimità dell’operato dei sanitari.

La vicenda, seguita da diverse testate tra cui Il Mattino e la Repubblica Napoli, riaccende il dibattito sui limiti del consenso informato e sulla libertà di scelta dei pazienti di fronte a interventi ritenuti salvavita dai medici.