L’inchiesta sulle infiltrazioni della camorra nel territorio di Nola continua ad allargarsi, rivelando presunte interferenze nelle dinamiche politiche degli ultimi anni. Tra i destinatari dei provvedimenti eseguiti ieri figura anche un ex consigliere comunale della maggioranza dell’epoca, ora agli arresti domiciliari. Secondo gli inquirenti, il suo ruolo potrebbe essere collegato anche alle pressioni esercitate in quegli stessi anni sul governo cittadino.
Nel mirino degli investigatori è finito anche un episodio particolarmente grave: l’incendio dell’automobile dell’allora sindaco Carlo Buonauro. Un atto intimidatorio che, alla luce delle ultime acquisizioni, viene riletto come possibile segnale di un contesto di condizionamenti più vasto.
Le ombre sul Nolano e il sospetto di un ritorno dei clan
Le nuove indagini ridisegnano lo scenario politico locale, gettando ombre pesanti sulla città di Giordano Bruno e sull’hinterland nolano. I riflettori si spostano infatti anche su Cicciano e Casamarciano, dove le ultime consultazioni elettorali potrebbero essere state influenzate dalla criminalità organizzata.
Al centro dell’attenzione c’è la famiglia Russo, storicamente attiva nell’area. Pur essendo stata colpita da numerosi interventi repressivi, secondo gli investigatori l’organizzazione si sarebbe rigenerata, adottando forme di ingerenza più sofisticate ma senza rinunciare ai metodi tradizionali della camorra, tra cui il presunto scambio politico-mafioso.





