Non è bastato il dosso con attraversamento pedonale installato poche settimane fa. La Domiziana, arteria già tristemente nota per il numero di incidenti, torna a essere teatro di una tragedia. Qui la velocità resta la regola, nonostante il limite dei cinquanta chilometri orari.

La vittima è Marco Ioime, 44 anni, manutentore, residente a Castel Volturno. L’uomo stava attraversando la strada sulle strisce pedonali per raggiungere la struttura sanitaria in cui lavorava quando, poco dopo le 8 del mattino, è stato travolto da un’auto.

L’incidente mortale

Secondo i testimoni, Ioime si trovava già sulle strisce quando il veicolo lo ha centrato senza rallentare. L’impatto è stato violentissimo: il corpo è stato scaraventato a circa dieci metri di distanza, contro lo spartitraffico centrale.

L’investitore non si è fermato. È fuggito lasciando il 44enne agonizzante sull’asfalto. Sul posto è giunta un’ambulanza del 118 che ha trasportato d’urgenza l’uomo al pronto soccorso di Pineta Grande. Nonostante i tentativi disperati dei medici, le ferite riportate erano troppo gravi. Alle 15.15 Marco Ioime è deceduto.

Indagini in corso

La polizia sta acquisendo le immagini di videosorveglianza pubbliche e private della zona per risalire all’identità del pirata della strada. Secondo le prime ricostruzioni, non ci sarebbe stata alcuna frenata: solo l’impatto e la fuga.

Il comandante della polizia municipale, Domenico De Simone, ha evidenziato come episodi simili non siano rari:

ogni anno si registrano circa 200 incidenti stradali lungo la Domiziana;

almeno la metà dei responsabili scappa dopo l’impatto;

spesso i veicoli coinvolti risultano radiati o intestati a prestanome, rendendo complesse le indagini.

Non è insolito, aggiunge De Simone, che i conducenti abbandonino l’auto non più marciabile per dileguarsi a piedi.

Una strada simbolo di abbandono

La Domiziana resta una delle strade più pericolose del territorio campano. Attraversa un’area segnata da economia sommersa, fenomeni di criminalità diffusa e scarso rispetto delle regole. Ogni nuova vittima riapre la stessa ferita: l’impossibilità di garantire sicurezza ai cittadini.