Una storia di professionalità, coraggio e umanità quella che ha visto protagonisti un team sanitario dell’Ospedale Vanvitelli di Napoli e le istituzioni italiane in una missione d’emergenza per salvare la vita di due gemellini di otto mesi affetti da una rara sindrome genetica.

Uno dei due fratellini, in condizioni critiche, necessitava di un trasferimento urgente all’Ospedale Pediatrico Vittore Buzzi di Milano, specializzato nella gestione di casi complessi. A rispondere alla chiamata della Terapia Intensiva Neonatale (TIN) dell’AOU Luigi Vanvitelli è stata una vera e propria macchina della solidarietà, composta da medici, infermieri, forze dell’ordine, Aeronautica Militare e istituzioni locali.

Il Viaggio della Speranza
La missione è scattata nelle prime ore del mattino del 31 maggio. Dopo aver stabilizzato i due piccoli pazienti, il team sanitario composto dall’infermiere pediatrico Emmanuele Lettieri, il medico neonatologo Ferdinando Spegnuolo, e due autisti specializzati, è partito a bordo di un’ambulanza neonatale, accompagnato dalla madre dei bambini e da una scorta della Polizia di Stato fino all’aeroporto militare di Napoli.

Qui, grazie al coordinamento con l’Aeronautica Militare, l’intero mezzo di soccorso è stato caricato nella stiva di un C130, un aereo militare impiegato per missioni di trasporto d’emergenza. Il decollo è avvenuto alle ore 11:20.

Durante il volo – reso complesso dal caldo e dagli spazi ristretti – il personale sanitario ha continuato a monitorare costantemente le condizioni del piccolo in ventilazione meccanica, garantendo stabilità durante tutto il tragitto.

Accoglienza al Buzzi di Milano
L’aereo è atterrato a Milano alle 12:40. Ad attenderli, una nuova scorta della Polizia di Stato che ha accompagnato il convoglio all’Ospedale Buzzi, dove il personale della Terapia Intensiva Pediatrica ha accolto i gemelli con grande professionalità e calore umano.

Dopo il trasferimento e la stabilizzazione nel nuovo reparto, i bambini hanno finalmente potuto ricevere le cure necessarie per affrontare un lungo e delicato percorso terapeutico.

Il Racconto di Chi C’era
“È stata un’esperienza intensa, carica di responsabilità, ma anche di orgoglio e umanità. Sapere di aver fatto qualcosa di importante per la vita di questi piccoli è un’emozione che porteremo sempre con noi”, ha raccontato Emmanuele Lettieri al ritorno a Napoli, dopo ore di viaggio estenuante ma col cuore colmo di gratitudine.

Accanto a lui, il medico neonatologo Spegnuolo e gli autisti Antonio e Carmine, che si sono prodigati per garantire la massima sicurezza in ogni fase della missione.

Una Rete di Collaborazione Efficiente
Fondamentale è stata la sinergia tra le istituzioni: dall’AOU Vanvitelli all’Aeronautica Militare, dalla Prefettura di Napoli alla Polizia di Stato, tutte le componenti hanno agito con tempestività, coordinamento e spirito di servizio.

La missione non è solo un esempio di eccellenza nella sanità pubblica italiana, ma anche una testimonianza viva di come la vocazione alla cura e il lavoro di squadra possano fare la differenza, anche nelle situazioni più complesse.