La Polizia di Stato, a seguito di un’indagine condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Udine, ha smascherato un sistema illegale che coinvolgeva decine di badanti di origine georgiana. L’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Udine, ha portato all’arresto di 19 persone e alla denuncia a piede libero di altre 17.
Il Meccanismo della Truffa
Le indagini, avviate mesi fa, sono partite da segnalazioni giunte agli Uffici territoriali delle Agenzie delle Entrate della provincia udinese. Le segnalazioni riguardavano donne, apparentemente di nazionalità georgiana, che si presentavano come cittadine comunitarie, esibendo documenti di identità falsi di paesi dell’Unione Europea, come Slovacchia, Polonia e Lituania.
Con questi documenti, le donne riuscivano ad ottenere:
Codici fiscali comunitari, necessari per accedere al mercato del lavoro.
Benefici giuridici, fiscali e sanitari riservati ai cittadini comunitari.
Questo stratagemma permetteva loro di lavorare legalmente come badanti attraverso agenzie specializzate, aggirando le norme sull’ingresso e la permanenza dei cittadini extracomunitari in Italia.
Diffusione sul Territorio
Le donne coinvolte si erano successivamente spostate in altre province italiane, trovando lavoro con maggiore facilità grazie ai documenti falsificati. L’indagine ha portato a perquisizioni in numerose province, tra cui:
Udine (14 perquisizioni).
Pordenone (6 perquisizioni).
Bolzano, Venezia, Gorizia, Pistoia, Firenze, Torino, Lecce, Latina, Varese, Belluno e Prato.
Risultati dell’Operazione
L’attività investigativa ha permesso di smantellare una rete organizzata che consentiva alle badanti di entrare e lavorare illegalmente in Italia, causando un impatto negativo sul sistema fiscale e sociale.