Un caso inquietante di occultamento di cadavere e truffa ai danni dell’INPS scuote Ventimiglia di Sicilia, piccolo comune in provincia di Palermo. Due fratelli ultrasessantenni sono al centro di un’indagine condotta dai carabinieri della Compagnia di Bagheria, dopo il ritrovamento del corpo del padre novantenne all’interno della loro abitazione.
La denuncia e il macabro ritrovamento
L’intervento delle forze dell’ordine è scattato in seguito alla segnalazione di un parente, preoccupato per la mancanza di notizie sull’anziano da lungo tempo. Durante la perquisizione dell’abitazione dei due fratelli, i carabinieri hanno scoperto una bara artigianale contenente i resti dell’uomo, deceduto presumibilmente due anni fa, secondo i primi accertamenti medico-legali.
Il movente: truffa ai danni dell’INPS
Gli investigatori sospettano che i due fratelli abbiano deliberatamente nascosto il decesso del padre per continuare a riscuotere la sua pensione. Non avrebbero comunicato il decesso agli enti competenti, incassando indebitamente l’assegno mensile.
Un’autopsia sul corpo, disposta dalle autorità, ha confermato che la morte risale a circa due anni fa. Gli inquirenti stanno verificando l’esatto importo percepito illegalmente dai due durante questo periodo.
Le indagini in corso
I due fratelli sono stati sottoposti a interrogatorio, ma ulteriori dettagli sul loro coinvolgimento diretto nella vicenda sono ancora oggetto di approfondimenti. L’episodio ha suscitato sconcerto tra i residenti di Ventimiglia di Sicilia, un comune dove vicende di questo genere sono rare.
Cosa rischiano i responsabili
Se le accuse venissero confermate, i due fratelli potrebbero affrontare conseguenze legali severe, tra cui:
Occultamento di cadavere: reato che prevede una pena fino a 3 anni di reclusione.
Truffa aggravata ai danni dello Stato: punibile con una pena che varia da 1 a 5 anni di reclusione, oltre alla restituzione delle somme indebitamente percepite.
Un caso che solleva domande
La vicenda evidenzia la necessità di controlli più stringenti e rapidi da parte degli enti previdenziali per evitare abusi. Questo caso mette in luce non solo un comportamento penalmente rilevante, ma anche una realtà di disagio sociale che merita un’attenta riflessione.