A Sant’Agata de’ Goti, nel cuore delle Valli Caudina e Telesina, esplode nuovamente la protesta per le sorti dell’ospedale Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, una struttura sanitaria da anni al centro di dibattiti su ridimensionamenti e progetti di rilancio. Una cittadina del luogo, esasperata dalla situazione, ha scelto un gesto estremo per attirare l’attenzione delle istituzioni, salendo sul campanile della chiesa dell’Annunziata e incatenandosi a una grata.
Un Gesto Simbolico e Drammatico
Nel video, divenuto virale sui social, la donna dichiara:
“Non scenderò fino a quando il presidente della Regione non darà certezze sull’ospedale de’ Liguori.”
Con la struttura sanitaria ormai vuota, dopo le dimissioni degli ultimi due pazienti, la cittadina ha anche annunciato uno sciopero della fame e della sete, chiedendo una risposta concreta dal Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
Tensione e Mediazione
La protesta ha subito attirato l’attenzione delle autorità locali. Sul posto sono intervenuti:
Carabinieri
Polizia Locale
Il parroco della chiesa dell’Annunziata
Dopo ore di tensione, grazie alla mediazione delle forze dell’ordine e del parroco, la donna ha deciso di scendere dal campanile e spostarsi all’interno della chiesa, dove ha continuato la sua protesta incatenandosi a un banco. Solo in tarda mattinata, accompagnata dal parroco e da una rappresentante del movimento pro ospedale, ha scelto di uscire dalla chiesa.
Un Grido di Allarme per l’Ospedale
L’ospedale de’ Liguori è un punto di riferimento essenziale per i cittadini delle Valli Caudina, Telesina e dell’area casertana. Tuttavia, da anni la struttura è oggetto di ridimensionamenti che ne hanno progressivamente limitato le funzionalità, lasciando il territorio senza un presidio sanitario adeguato.
Questa protesta, estrema ma simbolica, riflette il disagio e la preoccupazione di una comunità che teme di perdere un servizio fondamentale.
La Risposta delle Istituzioni
La protesta ha riacceso il dibattito politico e sociale. Ora, le istituzioni regionali sono chiamate a fornire una risposta chiara e definitiva sul futuro dell’ospedale, che rappresenta un pilastro per la sanità locale e un diritto irrinunciabile per i cittadini.