Nonostante sia detenuto, il cantante neomelodico Tony Colombo ha fatto parlare di sé per una breve esibizione avvenuta all’interno del carcere di Ariano Irpino. Il fatto si è verificato all’Antivigilia di Natale e ha suscitato polemiche e dubbi, soprattutto per la presenza di immagini dell’evento sui social ufficiali dell’artista, gestiti da terzi.

L’esibizione improvvisata
La performance, durata pochi minuti, non risultava essere un evento organizzato ufficialmente. Tuttavia, le immagini di Colombo mentre canta sono state caricate, e successivamente rimosse, dal suo profilo TikTok. L’episodio ha acceso un dibattito su come un detenuto possa esibirsi e far circolare materiale sui social mentre si trova in regime di detenzione.

Tony Colombo è detenuto dal 31 ottobre 2023, quando, insieme alla moglie Tina Rispoli, è stato arrestato nell’ambito di un’operazione contro il clan Di Lauro di Secondigliano. Entrambi sono accusati di aver finanziato attività illecite legate al clan, e la loro posizione è stata ulteriormente aggravata dal rigetto del ricorso presentato in Cassazione.

La reazione di Francesco Emilio Borrelli
L’episodio non è passato inosservato al deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, che ha criticato duramente l’accaduto:

«Immagini del concerto prima caricate e poi cancellate, ma le prove restano. Chi ha consentito questo e chi ha fatto le foto finite sul suo profilo social? È un detenuto, non un musicista in tournée».

Borrelli ha sottolineato come un evento del genere richieda inevitabilmente una qualche forma di autorizzazione o la complicità di chi ha permesso che avvenisse.

«Siamo perplessi – ha aggiunto – perché un’esibizione simile non dovrebbe essere possibile in un contesto di detenzione. Chiediamo che vengano accertate eventuali responsabilità e che si rispettino le regole: il carcere non è un palcoscenico né una location per farsi pubblicità».

Le polemiche sui social
L’accaduto ha suscitato indignazione non solo a livello politico, ma anche tra gli utenti sui social. Molti si chiedono come sia stato possibile che foto e video siano stati realizzati e condivisi, sollevando interrogativi sulla gestione della sicurezza all’interno del carcere.