Il Tribunale Civile ha emesso una sentenza che concede un risarcimento di quasi 210.000 euro al marito e ai figli di un’anziana residente a Napoli, deceduta in ospedale nel 2015. Nonostante questo verdetto, la famiglia ha deciso di presentare un ricorso in appello per richiedere un ulteriore accertamento della responsabilità della Regione Campania nella vicenda. La tragedia ha avuto luogo la mattina del 23 marzo 2015, quando l’anziana, moglie e madre di tre figli, ha dovuto chiamare il servizio di emergenza 118 a causa di forti dolori causati da una presunta frattura, successivamente confermata in pronto soccorso, derivante da una caduta in casa.
Secondo la documentazione presentata al giudice, l’ambulanza è arrivata a casa della donna diverse ore dopo le chiamate, senza un medico e senza attrezzature di rianimazione. Dopo il trasporto in un ospedale di Napoli, i sanitari hanno riscontrato gravi fratture e problemi polmonari. Queste complicazioni hanno portato al ricovero nel reparto di chirurgia d’urgenza e successivamente in rianimazione, dove la donna è poi deceduta poco dopo le 20:00.
La sentenza civile ha condannato l’ospedale in cui è stata trasportata l’anziana, ma la famiglia e i loro avvocati sostengono che anche la Regione Campania debba essere ritenuta responsabile. Essi affermano che la Regione, in qualità di ente titolare del Servizio Sanitario Nazionale sul territorio regionale, è responsabile del livello qualitativo del servizio, nonché della gestione e organizzazione del servizio 118. Sostengono inoltre che il ritardo nell’arrivo dell’ambulanza e nel soccorso abbia contribuito al decesso dell’anziana.
La Corte d’Appello di Napoli dovrà ora valutare se la Regione Campania sia corresponsabile della morte dell’anziana e prendere una decisione in merito al ricorso presentato dalla famiglia.





