L’assegno unico di dicembre 2023 è pronto a essere accreditato per i nuclei familiari che ne hanno diritto. Le date di accredito variano in base alle situazioni individuali, con pagamenti che avverranno dal 18 al 31 dicembre, a seconda di eventuali variazioni nell’importo rispetto ai mesi precedenti. In particolare:

18, 19, 20 dicembre: Per coloro che non hanno subito modifiche nell’importo rispetto a novembre.
Dal 20 al 31 dicembre: Per chi ha avuto modifiche nell’importo rispetto al mese precedente.
Dal 27 dicembre: Per i genitori che percepiscono anche il reddito di cittadinanza e non hanno ricevuto avvisi di sospensione.
Tuttavia, diverse famiglie potrebbero riscontrare una riduzione dell’importo dell’assegno per ogni figlio a carico. Questo potrebbe verificarsi per i nuclei familiari che hanno presentato un ISEE con omissioni o dati discordanti riguardanti il patrimonio mobiliare e i redditi dichiarati nel corso del 2023. È possibile rimediare regolarizzando la documentazione entro il 31 dicembre 2023.

Come controllare i pagamenti dell’Assegno Unico Inps

Per verificare le date di accredito e gli importi spettanti a dicembre 2023:

Accedere alla sezione personale “Fascicolo previdenziale del cittadino” del portale Inps.
Cliccare su “Prestazioni” e successivamente su “Pagamenti”.
Selezionare l’anno in corso, il 2023.
Regolarizzare l’Isee per l’Assegno Unico

In caso di omissioni o discordanze nell’Isee, l’Inps avviserà l’utente mediante una comunicazione. È fondamentale regolarizzare la situazione entro il 31 dicembre 2023 per recuperare gli importi mancanti. Questo può essere fatto presentando:

Una nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) senza difformità.
Richiedendo al Caf la rettifica della DSU inviata precedentemente, se il Caf ha commesso errori materiali.
Presentando alla struttura Inps competente la documentazione idonea a dimostrare la completezza e la veridicità dell’Isee.
Possibili Cambiamenti nel 2024

Nel 2024, potrebbero esserci modifiche all’assegno unico. Il governo valuta l’applicazione di modifiche riguardanti le maggiorazioni a partire dal secondo e terzo figlio anziché dal terzo e quarto figlio, come avvenuto nel 2023. Inoltre, si considera l’eliminazione dal calcolo dell’Isee di Bpt e buoni postali, il che potrebbe aumentare l’assegno per numerose famiglie.

Inoltre, si prospetta la possibilità di estendere la platea beneficiaria. La Commissione europea ha sollevato obiezioni riguardo a criteri quali la residenza in Italia da almeno due anni e la convivenza con i figli, considerandoli discriminatori. L’Italia ha due mesi di tempo per correggere la normativa, altrimenti potrebbero esserci conseguenze legali. Il governo potrebbe decidere di estendere l’assegno anche alle categorie escluse per evitare sanzioni.