Il panorama delle pensioni nel 2024 è caratterizzato da alcune variazioni significative che influenzeranno i criteri e le possibilità di accesso al pensionamento anticipato o al recupero degli aumenti legati all’inflazione. La legge di bilancio, delineando i requisiti e le condizioni per il pensionamento anticipato rispetto all’età di vecchiaia (67 anni), introduce penalizzazioni per chi decide di uscire dal lavoro prima di questa soglia. Tuttavia, la nuova legge offre la possibilità di andare in pensione a 67 anni senza attendere i 71 previsti precedentemente, per coloro che non raggiungono un importo pensionistico pari almeno a 1,5 volte l’assegno sociale.
Tra le novità del 2024, rispetto all’inflazione fissata al 5,4%, si prevedono aumenti degli assegni pensionistici fino a 122 euro per gli assegni fino a quattro volte il minimo, consentendo il recupero pieno dell’aumento dei prezzi per le pensioni fino a 2.272,96 euro lordi. Questo calcolo si basa sull’indice di inflazione e sugli attuali trattamenti minimi.
Chi riceve pensioni tra due e cinque volte il minimo potrebbe ottenere un recupero pari a una percentuale dell’inflazione, con aumenti variabili fino a un massimo di circa 130,41 euro. Mentre per chi ha pensioni comprese tra cinque e otto volte il minimo, si prevede un recupero percentuale inferiore, con aumenti previsti fino a 115,37 euro al mese.
Tra le disposizioni reintegrate nella legge di Bilancio 2024 vi è la pace contributiva, volta ad aiutare coloro che hanno periodi di “buco” contributivo. Questa misura, applicabile solo ai lavoratori nel sistema contributivo puro dal 1° gennaio 1996, consente il recupero di periodi senza copertura contributiva rendendoli utili per il calcolo della pensione. È possibile riscattare fino a 5 anni di contribuzione, senza necessità che i periodi siano continui.
Per calcolare il costo della pace contributiva, si applica l’aliquota contributiva di finanziamento vigente al momento della richiesta alla base imponibile dell’ultimo anno, moltiplicandola per il numero di anni da riscattare.
Un’altra importante modifica riguarda l’adeguamento alla speranza di vita per chi va in pensione a prescindere dall’età, a partire da 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne). Questo adeguamento, con una finestra mobile di tre mesi, è previsto per il 2025 anziché nel 2027 come inizialmente stabilito.





