Il panorama assistenziale italiano ha visto l’introduzione di due iniziative significative: l’Assegno di Inclusione e il Supporto alla formazione e al lavoro, delineati nel decreto legge 48 del 4 maggio 2023, in sostituzione del reddito di cittadinanza. L’Assegno di Inclusione è destinato a famiglie con un ISEE fino a 9.360 euro, che includono minori, disabili e individui ultrasessantenni. Il beneficio di base è di 500 euro, con la possibilità di incrementi per specifici requisiti familiari, come indicato nel decreto.

Per coloro che non possono accedere all’assegno, l’opzione è il Supporto alla formazione al lavoro, che consente di ottenere 350 euro per percorsi di studio finalizzati a ottenere competenze professionali. L’INPS è impegnata nella preparazione e nel lancio di questo nuovo programma assistenziale. La piattaforma per richiedere l’Assegno di Inclusione sarà attiva dal 18 dicembre, sebbene l’operatività completa inizierà nel 2024. Questo tempismo consente alle famiglie di inserire i dati per la richiesta, evitando di perdere il sostegno economico nel caso in cui iniziassero le richieste all’inizio dell’anno successivo.

La richiesta della prestazione all’INPS richiede la verifica dei requisiti familiari, reddituali e patrimoniali attraverso la presentazione dell’ISEE aggiornato. È importante notare che tra i criteri di eleggibilità rientrano anche dipendenze da alcol, ludopatia e disabilità fisiche o psichiche pari almeno al 46%.

Un elemento chiave per accedere al beneficio è l’iscrizione al SIISL (sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa) per sottoscrivere il patto di attivazione digitale, noto come PAD. Questo consente la trasmissione online delle informazioni pertinenti sul sito dell’INPS. Per coloro che necessitano di assistenza aggiuntiva, rivolgersi a un patronato può essere una scelta saggia, considerando che questa procedura potrebbe essere nuova per molte famiglie.