Nel contesto sempre più delicato delle strutture sanitarie italiane, un altro episodio di aggressione ai danni di medici ha sollevato l’allarme sulla sicurezza dei professionisti della salute. In questo caso, due o tre parenti di un paziente deceduto hanno accusato in modo veemente il personale medico di essere responsabile della morte del loro congiunto. L’incidente ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e ha portato a una riflessione più ampia sulle minacce alla sicurezza dei medici e degli infermieri in Italia.
L’aggressione ha avuto luogo presso l’ospedale di via Manzoni, dove quattro auto dei Carabinieri sono intervenute prontamente per riportare la calma e identificare gli aggressori. Fortunatamente, nessun membro del personale medico è rimasto ferito. Tuttavia, l’episodio solleva importanti questioni sulla sicurezza dei professionisti della salute nelle strutture ospedaliere.
La morte del paziente sarà oggetto di un’indagine interna, e potrebbe persino portare all’apertura di un fascicolo contro ignoti. Questa situazione ripropone, con forza, la questione dell’incolumità di medici e paramedici nei pronto soccorso. Nel 2021, si sono registrate più di 60 aggressioni a medici e infermieri, con la maggior parte delle aggressioni rivolte agli infermieri (70% dei casi). È importante notare che questi dati potrebbero essere superiori se tutte le vittime denunciassero.
L’associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate” è impegnata nel monitorare costantemente gli episodi di violenza contro i professionisti della salute. “Come associazione, continuiamo a chiedere misure di protezione adeguate, ma sembra che le autorità non ci ascoltino,” hanno denunciato. La richiesta principale è quella di avere drappelli di polizia nelle strutture sanitarie per contrastare la furia di individui che prendono di mira il personale medico e infermieristico, spesso a causa di situazioni che esulano dal loro controllo.