Il Governo italiano sta lavorando su un nuovo decreto lavoro che porterà diverse novità per molte categorie di lavoratori. Tra le novità previste, ci sono anche quelle riguardanti le colf e le badanti, due figure importanti nel nostro paese ma che spesso operano in nero. Il Governo sta cercando di contrastare il lavoro sommerso e l’irregolarità nel settore, aumentando la quota di costi previdenziali e assistenziali che i datori di lavoro possono dedurre dal reddito complessivo ai fini Irpef.
La bozza del decreto lavoro, all’articolo 39, prevede l’innalzamento dei contributi previdenziali e assistenziali deducibili versati per colf e badanti dal datore di lavoro da 1.500 a 3.000 euro. Questo aumento della quota deducibile dovrebbe aiutare i datori di lavoro a far fronte ai costi sempre crescenti per assumere queste figure professionali.
Secondo una recente indagine Censis per Assindatcolf, l’Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico, sei famiglie su dieci non possono permettersi di pagare lo stipendio di una badante in Italia, causando non pochi problemi soprattutto per i nuclei familiari con anziani che hanno bisogno di assistenza domestica. L’aumento dei costi dovuto all’inflazione ha fatto sì che quest’anno i salari minimi degli assistenti domestici siano aumentati del 9,2%.
Il Governo ha anche l’obiettivo di ridurre il lavoro in nero nel settore delle colf e delle badanti, che presenta un tasso di irregolarità molto elevato. Le stime parlano di un tasso di irregolarità del 52,3% per gli occupati e del 52,4% per le unità di lavoro. Molte famiglie, infatti, scelgono di assumere queste figure professionali in nero per evitare di dover affrontare i costi troppo elevati per una badante regolarmente contrattualizzata, che possono superare i 1.600 euro al mese.
Inoltre, nella bozza del decreto lavoro sono indicati anche alcuni sgravi per chi assumerà nuovi lavoratori, come il maxi-contributo del 60% del costo del lavoro per le imprese che assumeranno giovani che non studiano e non sono impegnati in nessun percorso di formazione (i cosiddetti “Neet”). Si prevedono circa 50mila nuove assunzioni grazie a questa misura.