Il Reddito di Cittadinanza, la misura di sostegno economico introdotta dal Governo Italiano nel 2019, si appresta a subire una significativa riforma che comporterà una riduzione del numero dei beneficiari. Secondo la bozza allo studio del Ministero del Lavoro, il Reddito di Cittadinanza verrà trasformato in un beneficio con un arco temporale limitato, chiamato “Mia”, destinato ai soli percettori ritenuti non occupabili.

La nuova misura prevede una durata di 18 mesi per il sussidio, con la possibilità di rinnovo per un arco di tempo più ridotto. Tuttavia, per tutti coloro che hanno almeno una persona di età compresa tra i 18 e i 60 anni all’interno del proprio nucleo familiare, identificata come occupabile, la concessione del sussidio sarà inferiore rispetto a quella attuale e durerà solo 12 mesi, con un solo rinnovo per altri 6 mesi. Ciò comporterà la graduale perdita del beneficio per una platea di percettori considerata potenzialmente occupabile.

L’obiettivo della riforma è quello di favorire l’inclusione attiva dei percettori del Reddito di Cittadinanza, che dovrebbero cercare attivamente lavoro e partecipare a programmi di formazione professionale. In questo modo, si mira a ridurre il numero di persone che ricevono il sussidio a lungo termine, incoraggiandole a cercare un impiego stabile e autonomo.

La nuova misura prevede inoltre la conferma del beneficio per le categorie fragili, come i nuclei familiari con almeno un minorenne, un anziano over 60 o un disabile, ma con cifre analoghe a quelle attuali. Ciò significa che per queste categorie non ci saranno sostanziali riduzioni del sussidio.

In ogni caso, la riduzione della platea dei percettori del Reddito di Cittadinanza suscita alcune preoccupazioni riguardo alla sua efficacia come strumento di contrasto alla povertà. Infatti, il numero di beneficiari potrebbe ridursi considerevolmente, soprattutto in regioni come la Campania, dove ci sono oltre 100.000 percettori del sussidio.