Comportamento illecito di due infermieri a Napoli, che avrebbero rubato tamponi dall’ASL per poi rivenderli ai propri “clienti”. Questo è un comportamento inaccettabile, soprattutto in un momento in cui il sistema sanitario stava affrontando una pandemia globale. Dalle intercettazioni riportate, sembra che i due infermieri stessero cercando di lucrare sulla situazione di emergenza, vendendo tamponi molecolari a domicilio e nel loro scantinato. Inoltre, sembra che abbiano cercato di convincere i loro clienti a rinunciare all’Usca per ottenere i risultati più rapidamente, mettendo a rischio la salute delle persone coinvolte.
È positivo che l’ASL di Napoli abbia individuato questo comportamento illecito e abbia preso provvedimenti per fermarlo. Tuttavia, è importante anche riflettere sulle ragioni che possono spingere alcune persone a compiere atti come questi, anche in un momento di emergenza sanitaria. Da un’intercettazione si evince il “mercato”: “Per 25 tamponi sono mille euro”.
L’epidemia di COVID-19 ha evidenziato la necessità di garantire un accesso equo alle cure e ai test diagnostici per tutti, indipendentemente dal loro status sociale ed economico. Inoltre, è importante che le autorità sanitaria e le istituzioni pubbliche garantiscano la trasparenza e l’integrità del sistema sanitario, in modo da evitare comportamenti illeciti come quelli riportati in questa notizia.