L’incidente che ha portato alla morte di una giovane ha scatenato un’ondata di preoccupazione e di indignazione nella comunità vegana, che da tempo lotta contro le frodi alimentari e contro la mancanza di trasparenza da parte di molte aziende che commercializzano prodotti etichettati come vegani ma che in realtà contengono ingredienti di origine animale. La responsabilità amministrativa degli enti prevede sanzioni e multe per le aziende che non rispettano le norme di sicurezza alimentare e che causano danni alla salute pubblica. La Procura sta valutando se la Glg srl abbia violato queste norme, e se abbia messo a rischio la vita dei consumatori, etichettando come vegano un prodotto che invece conteneva tracce di latticini. La 20enne vittima era allergia al lattosio e il prodotto non doveva contenerne da etichetta. Da qui il malore, due giorni di coma in ospedale nel Milanese e la morte.

L’episodio evidenzia la necessità di una maggiore attenzione e di un maggiore controllo da parte delle autorità sanitarie e delle forze dell’ordine, per garantire la sicurezza alimentare dei consumatori e per prevenire incidenti come questo. Inoltre, l’accaduto rappresenta anche una occasione per le aziende di rivedere le proprie pratiche e di fare una maggiore attenzione all’etichettatura dei prodotti, per evitare di causare danni alla salute dei consumatori e per tutelare la reputazione delle aziende stesse.