Nemmeno il tempo di finire di leggere la relazione della Dia sulla camorra vesuviana che si è tornati a sparare e ad uccidere. E non a caso, in quelle circa trenta pagine dedicata all’area ai piedi del vulcano si parla proprio del rischio faida, del pericolo della “guerra di camorra” nella zona tra Boscoreale e Torre Annunziata così come anche nell’area che va da Pollena, fino a Somma Vesuviana e passando per Sant’Anastasia.
Al momento il sangue è stato sparso a Boscoreale, nel terribile Piano Napoli: ha perso la vita un giovane di 21 anni che aveva tra l’altro già conosciuto il carcere, pur mostrando una faccia da adolescente e che invece che correre dietro ad un pallone, si occupava purtroppo di dosi e commercio di stupefacenti. Poi un uomo è stato colpito alla nuca da una pallottola: ma non è morto. Il proiettile è stato estratto e chissà per qualche incredibile traiettoria quel piombo non ha ammazzato né provocato danni se non il foro di entrata.
Insomma, la situazione tra le mani degli investigatori è piuttosto chiara: nel territorio si prevede una recrudescenza dei reati da cui si salverebbe al momento soltanto l’area sotto il dominio dei Fabbrocino che fino a quando non proveranno ad andare oltre il proprio territorio, o fino quando qualcuno non proverà l’invasione, manterrà uno scenario di calma apparante. Diverso, invece, il quadro nell’area sommese dove i clan di Ercolano e Napoli Est stanno invece provando a fare breccia.
I risvolti criminali sono quindi in evoluzione e l’unica conseguenza possibile può essere quella delle armi da fuoco e del sangue, quella della morte, almeno che non siano gli stessi camorristi a trovare un “accordo”. Ma è pura utopia.