Mattinata di tensione e violenza ieri a Chiaia, quartiere centrale di Napoli, dove una segnalazione di lite in famiglia si è trasformata in un dramma. Alle 8:40, una pattuglia del nucleo radiomobile dei carabinieri è intervenuta in via Nicola Fornelli, nei pressi delle rampe Brancaccio, dopo che al 112 era giunta la chiamata per una violenta discussione in corso.

L’aggressione ai carabinieri

All’arrivo dei militari, ad aprire la porta è stato Anthony Ihaza Ehogonoh, 35 anni, pizzaiolo-cuoco napoletano. L’uomo, completamente nudo e in evidente stato di alterazione, si trovava in un’abitazione devastata: segni di distruzione erano visibili già dall’esterno. In casa erano presenti anche una donna e sua figlia.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri, il 35enne ha reagito con estrema violenza, aggredendo i militari. I tentativi di calmarlo con il dialogo si sono rivelati inutili. È stato quindi usato lo spray al peperoncino, senza alcun effetto, e successivamente il taser, secondo le procedure previste dalla legge.

Nonostante l’uso dello storditore elettrico, l’uomo ha continuato a divincolarsi, opponendo resistenza persino a sette carabinieri intervenuti sul posto. Solo con l’arrivo di ulteriori pattuglie è stato possibile immobilizzarlo e farlo salire, a fatica, su un’ambulanza del 118.

Il decesso e l’inchiesta

Durante il trasporto in ospedale, il 35enne ha accusato un malore ed è deceduto. La salma è stata trasferita al Secondo Policlinico di Napoli, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Barbara Aprea, dovrà chiarire le cause del decesso. L’autopsia sarà determinante per stabilire se la morte sia collegata all’uso del taser o ad altri fattori. Diverse persone presenti sono già state ascoltate come testimoni e gli inquirenti stanno acquisendo le immagini del sistema di videosorveglianza della zona.

Non si esclude che, come atto dovuto, alcuni militari possano essere iscritti nel registro degli indagati, con ipotesi di eccesso colposo di legittima difesa o omicidio preterintenzionale.

I precedenti

Il caso di Chiaia si inserisce in un contesto più ampio: negli ultimi mesi, in Italia, diversi episodi simili hanno sollevato interrogativi sull’utilizzo del taser.
Il 15 settembre 2024, a Massenzatico di Reggio Emilia, il 42enne Claudio Citro, originario di Salerno, era morto dopo essere fermato dalla polizia con la pistola elettrica. Per quel decesso risultano indagati tre agenti.