Per attuare la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu) sulla Terra dei Fuochi, l’Italia dovrà investire circa 500 milioni di euro nei prossimi due anni. Ma per completare l’intera bonifica delle aree inquinate tra le province di Caserta e Napoli serviranno almeno 2 miliardi di euro e dieci anni di lavoro.

A fornire le cifre è stato Giuseppe Vadalà, Commissario per la Terra dei Fuochi, durante il Forum internazionale sull’economia dei rifiuti organizzato a Napoli dal Consorzio Polieco.

Decreto Terra dei Fuochi: più deterrenza e nuove risorse

Vadalà, nominato commissario a febbraio, ha sottolineato l’importanza di un cambio di passo nella gestione del territorio, ricordando che il Decreto Legge Terra dei Fuochi (agosto 2025, in attesa di conversione alla Camera) ha introdotto pene più severe contro l’abbandono dei rifiuti.

«Serve far capire ai cittadini che non si smaltisce per strada» ha ribadito, sottolineando come la deterrenza sia uno strumento essenziale per cambiare mentalità e comportamenti.

I fondi disponibili e i prossimi interventi

Ad oggi, le risorse stanziate sono limitate:

15 milioni di euro previsti dal Dl Terra dei Fuochi per la bonifica delle discariche abusive lungo le strade;

interventi già avviati a Giugliano in Campania, dove sono stati risanati tre siti;

ulteriori 45 milioni di euro di fondi FSC messi a disposizione dal Ministero dell’Ambiente:

15 milioni destinati ad altre bonifiche stradali;

30 milioni per la caratterizzazione dei rifiuti (analisi e classificazione).

Per il 2026 serviranno altri 150 milioni di euro, che il commissario auspica vengano inseriti nella Legge di stabilità.

Una cabina di regia per la Terra dei Fuochi

Sul piano operativo è attivata una cabina di regia guidata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano insieme al viceministro dell’Ambiente Vannia Gava.
Parallelamente, con fondi regionali e della struttura commissariale, sono in corso interventi su siti storici contaminati. Tra questi spicca l’area di Calabricito ad Acerra, luogo simbolo del disastro ambientale, tristemente noto per le immagini delle pecore malformate.

La sfida dei prossimi anni

Secondo Vadalà, la continuità di impegno e di risorse sarà determinante. I dati evidenziano infatti una sproporzione tra i fondi oggi disponibili e le reali necessità: i 60 milioni già stanziati rappresentano solo una minima parte dei 2 miliardi stimati per completare le bonifiche.

La sentenza Cedu impone risultati concreti entro due anni, ma la rigenerazione della Terra dei Fuochi resta un obiettivo di lungo periodo che richiederà investimenti, controlli severi e partecipazione delle comunità locali.