Una rete consolidata di riciclaggio di veicoli è stata smantellata dai carabinieri a Trentola Ducenta, in provincia di Caserta. Al centro dell’inchiesta una società di autodemolizioni che, secondo le indagini coordinate dalla Procura di Napoli Nord, era diventata il fulcro di un traffico illecito di auto rubate, noleggiate o sottoposte a sequestro. Due persone sono finite agli arresti domiciliari con accuse pesanti: riciclaggio, appropriazione indebita e favoreggiamento personale.

Il sistema illecito: dalle auto integre ai pezzi di ricambio
Le automobili, spesso ancora integre, entravano nel capannone della ditta di demolizioni e ne uscivano in pezzi. Le componenti smontate venivano poi rivendute come ricambi, alimentando un giro d’affari illecito che la Procura definisce una “fitta e stabile rete di attività”.

I due arrestati sono P. S., 50 anni, di Trentola Ducenta, titolare della società di autodemolizioni, e M. V., 30 anni, di Mugnano di Napoli, titolare di una società di autonoleggio. Per entrambi è disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Le indagini partite da un’auto noleggiata
L’inchiesta ha avuto origine dalla segnalazione di una società di noleggio del Nord Italia, che non riusciva più a localizzare una delle proprie vetture, pur continuando a riceverne il segnale GPS. Seguendo la traccia del localizzatore, i carabinieri sono arrivati presso la sede della società di demolizioni. Sul posto hanno trovato la carcassa del motore e il telaio dell’auto scomparsa, smascherando così un sistema collaudato di smontaggio e occultamento dei veicoli.

Secondo le ricostruzioni, M. V., dopo aver preso a noleggio la vettura, ne aveva simulato la consegna alla società di demolizione attraverso l’uso di documenti falsi intestati a una persona inesistente. Era persino creato un finto contratto di sub-noleggio per sviare i controlli e giustificare la sparizione dell’auto.

Telecamere e registri falsificati: così operava il sistema
Ulteriori prove sono arrivate dalle telecamere di videosorveglianza, sia interne sia installate esternamente dai carabinieri nel corso delle indagini. I filmati hanno documentato l’ingresso e lo smontaggio di veicoli rubati, ma anche di auto sottoposte a sequestro amministrativo i cui proprietari, residenti tra l’agro aversano e il Napoletano, avevano in molti casi già denunciato la perdita del veicolo.

Le verifiche contabili hanno evidenziato che i veicoli di dubbia provenienza non erano registrati nei libri aziendali, permettendo così di farli “sparire” senza lasciare tracce ufficiali. Le parti meccaniche e di carrozzeria erano poi rivendute sul mercato nero, alimentando ulteriormente i guadagni illeciti.

Reati ambientali e sequestro della società
Nel corso dell’operazione sono emerse anche irregolarità ambientali, accertate con il supporto dell’Arpac, l’agenzia regionale per la protezione ambientale. Questo ha portato a un’ulteriore aggravante per i responsabili.

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli Nord ha disposto, oltre agli arresti domiciliari, anche il sequestro preventivo dell’intera società di autodemolizioni. L’obiettivo è quello di interrompere l’intreccio tra attività lecite e illecite e bloccare i profitti derivanti dal traffico di veicoli. La gestione dell’azienda è affidata a un amministratore giudiziario, in attesa di ulteriori sviluppi processuali.