Dopo due anni e mezzo di lavoro, superando difficoltà burocratiche e resistenze, il progetto “Terra Felix” raggiunge il suo primo traguardo concreto. L’ex terreno confiscato per abusivismo edilizio è stato riqualificato grazie all’impegno della cooperativa CallystoArts e di Giancarlo Siani Società Cooperativa, diventando oggi un simbolo di legalità e rinascita.

Il risultato di questo percorso è la produzione delle prime 280 bottiglie di olio extravergine d’oliva, denominato “Olio Vesevo”, ottenuto dagli ulivi coltivati su 20.000 metri quadrati di terreno. Un lavoro che ha visto protagonisti i giovani del Servizio Civile Universale, che hanno letteralmente messo le mani nella terra per ridare vita a un bene confiscato.

Un impegno costante per il riutilizzo sociale dei beni confiscati
Secondo Francesco Micera, presidente di CallystoArts, il progetto non si ferma qui: “Questa è solo la prima tappa di un lungo percorso. Il ricavato della vendita dell’olio sarà destinato alla ripiantumazione e al miglioramento dell’area.”

Un’iniziativa che dimostra tenacia e determinazione, come sottolineato dal sindaco di San Giorgio a Cremano, Giorgio Zinno: “Siamo stati caparbi, abbiamo lavorato con tenacia per trasformare un bene confiscato in una risorsa per la comunità.”

L’importanza di una gestione efficace dei beni sottratti alla criminalità è evidenziata anche dal procuratore di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso. Quest’ultimo, che all’epoca del sequestro guidava la sezione della Procura di Napoli che ha gestito il caso, ha dichiarato: “Una sana amministrazione non incontra ostacoli nel riutilizzare i beni confiscati. Se li incontra, li supera.”

Non sempre la legalità prevale: il caso di Torre Annunziata
Purtroppo, non tutti i beni confiscati trovano una destinazione virtuosa come Terra Felix. Proprio in questi giorni, la Procura di Torre Annunziata è dovuta intervenire su un caso preoccupante: due fondi agricoli, confiscati alla criminalità, erano di fatto tornati nelle mani dei loro precedenti proprietari.

Dopo l’affidamento al Comune, le terre erano assegnate in gestione alla nuora e al figlio dell’ex proprietario, che hanno continuato a operare come se nulla fosse, arrivando persino a creare un’azienda agricola. Solo un nuovo sequestro giudiziario ha interrotto questa gestione illegittima.