Tre nuove persone sono state arrestate nell’ambito dell’indagine sui presunti abusi e truffe ai danni degli ospiti dell’Istituto Europeo per la terza età di Salerno. I Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità (NAS) di Salerno hanno eseguito un’ordinanza emessa dal GIP su richiesta della Procura, che coinvolge il gestore della struttura, la direttrice e l’amministratrice di sostegno. I reati contestati includono corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, peculato e circonvenzione di incapaci.
Le indagini, già culminate lo scorso 29 ottobre con l’arresto di dieci persone per sequestro di persona e maltrattamenti ai danni di anziani, hanno portato alla luce ulteriori dettagli inquietanti. L’accusa sostiene che gli indagati avrebbero orchestrato una macchinazione per appropriarsi del patrimonio di un’anziana residente della struttura, una donna di 86 anni facoltosa ma in stato di vulnerabilità.
Secondo gli inquirenti, la vittima sarebbe indotta a redigere due testamenti olografi in cui nominava come erede unico uno degli indagati. Un ruolo centrale in questa presunta truffa sarebbe giocato dall’amministratrice di sostegno, che invece di tutelare gli interessi dell’anziana avrebbe collaborato con il gestore dell’istituto. Stando alla ricostruzione accusatoria, la donna avrebbe accettato la promessa di ricevere metà del patrimonio in cambio della redazione di una relazione falsa, che attestava il recupero dell’autosufficienza della vittima, così da revocare la necessità di un’amministrazione di sostegno.
Le nuove accuse si aggiungono a un quadro già grave, sollevando ulteriori interrogativi sulla gestione dell’istituto e sulla protezione degli anziani più vulnerabili. Il caso, emblematico di come la fragilità possa essere sfruttata per scopi illeciti, pone l’accento sulla necessità di vigilanza e di un controllo più stringente nelle strutture di assistenza per la terza età.