Negli ultimi giorni, il personale sanitario italiano è stato vittima di numerosi episodi di violenza. Ospedali da nord a sud del Paese stanno affrontando una crescente ondata di aggressioni ai danni di medici, infermieri e operatori sanitari. Questi episodi, in molti casi, mettono a rischio non solo la sicurezza dei lavoratori ma anche l’efficienza e la continuità dei servizi sanitari stessi.

Aggressioni a Foggia e Casarano
Il caso più recente si è verificato a Casarano (Lecce), dove un medico dell’ospedale Francesco Ferrari è stato aggredito da un paziente che, in stato di alterazione, ha colpito il dottore con un calcio al basso ventre. Il medico aveva appena informato la moglie del paziente che, date le condizioni psicofisiche dell’uomo, l’esame di cistoscopia non poteva essere eseguito. L’aggressore, dopo l’attacco, è fuggito, ma è stato successivamente denunciato dal medico stesso.

A Foggia, la situazione è altrettanto critica. Negli ultimi giorni, il personale del policlinico Riuniti è stato vittima di tre episodi di violenza in meno di 24 ore. Un 18enne, in preda a un attacco d’ansia, ha sferrato calci e pugni a tre infermieri prima di essere fermato dai carabinieri. Un secondo episodio ha visto il figlio di un paziente aggredire due infermieri e un vigilante, utilizzando addirittura un braccio ingessato come arma. Questo ha seguito un terzo attacco, avvenuto nei giorni precedenti, quando i familiari di una paziente deceduta hanno assalito i medici del reparto di chirurgia toracica.

La preoccupazione dei dirigenti sanitari
La situazione a Foggia è così grave che il direttore generale del policlinico Giuseppe Pasqualone ha lanciato un disperato appello durante una conferenza stampa. “Se continuiamo così, finiremo per chiudere il pronto soccorso”, ha avvertito Pasqualone, sottolineando la crescente difficoltà nel trattenere e reclutare medici e infermieri. Il policlinico di Foggia, considerato tra i migliori in Italia, sta soffrendo per la carenza di personale e le crescenti aggressioni stanno aggravando ulteriormente la situazione.

Torino: dottoressa ferita all’esterno dell’ospedale
Anche al nord, la violenza contro il personale sanitario non si ferma. A Torino, una dottoressa di medicina d’urgenza è stata ferita con un coltello mentre stava per entrare in servizio all’ospedale San Giovanni Bosco. L’aggressore, un uomo di origini straniere, ha tentato di strapparle la borsa. Di fronte alla sua resistenza, l’ha ferita alla mano prima di fuggire. Gli investigatori stanno attualmente esaminando i filmati delle telecamere di sorveglianza per risalire all’autore del crimine.

Un problema nazionale
Gli episodi di violenza ai danni del personale sanitario non sono isolati ma rappresentano una tendenza preoccupante che si sta diffondendo in tutta Italia. Ospedali da nord a sud stanno segnalando aggressioni fisiche e verbali da parte di pazienti o loro familiari, spesso esasperati da lunghe attese o situazioni di emergenza che sfuggono al controllo.