La Commissione Italiana per l’Insegnamento della Matematica (CIIM), parte dell’Unione Matematica Italiana (UMI), ha espresso una netta opposizione al ritorno al giudizio sintetico nelle scuole elementari, come proposto in un emendamento al ddl 924-bis. Questa decisione è presa perché si ritiene che tale ritorno rappresenterebbe una negazione della riforma della valutazione introdotta nel 2020. Maria Mellone, presidente della CIIM e docente presso l’Università Federico II di Napoli, ha sottolineato che la scuola primaria ha a lungo adottato una valutazione descrittiva, basata su solide evidenze della ricerca pedagogica e didattica. Queste evidenze, secondo Mellone, giustificano appieno questa scelta e mettere in discussione tale approccio così rapidamente sarebbe discutibile.

Mellone ha anche enfatizzato l’importanza di dare il tempo necessario per verificare l’efficacia della nuova modalità di valutazione introdotta nel 2020 e per permettere ad ogni processo di rinnovamento di adattarsi. Ogni riforma della valutazione, per essere efficace, deve avere il tempo di integrarsi con una riflessione più ampia sul senso dell’apprendimento e sul ruolo di scuola e famiglie.

La presidente della CIIM ha inoltre sollevato una questione di metodo rilevante e strategica, sottolineando che annullare rapidamente gli sforzi compiuti dalla scuola primaria per adottare la nuova modalità di valutazione potrebbe rendere più difficile per la scuola assumersi la responsabilità di future riforme.

Il ddl in questione proponeva il ritorno al giudizio tradizionale sintetico, da ottimo a insufficiente, per valutare gli studenti delle scuole elementari. Tuttavia, dal 2020 era adottata una sperimentazione che prevedeva l’utilizzo di livelli di apprendimento per i giudizi: avanzato, intermedio, base e in via di prima acquisizione. Quest’ultima modalità è stata criticata da molti come di difficile lettura.