Una straordinaria opportunità attende gli studenti dell’Istituto Tecnico Economico “Amabile” di Avellino, poiché mercoledì 21 febbraio avranno l’onore di incontrare Gennaro Panzuto, noto come “Genny Il Terremoto”, ex boss del clan Piccirillo di Mergellina. L’appuntamento, che si terrà presso il complesso scolastico di via Morelli e Silvati, si propone di affrontare il tema “Abìtuati a dire No”, citando San Josemaria Escriva, con il sottotitolo “Il coraggio della redenzione… testimonianza di vita reale”. A riportare la notizia è il quotidiano Roma oggi in edicola.
La storia di Gennaro Panzuto è un viaggio dalla criminalità alla redenzione. Per anni ha operato come affiliato con la camorra, guadagnandosi il soprannome “Terremoto” a causa dei danni causati. Tuttavia, nel 2007, tutto è cambiato: arrestato in Inghilterra, ha deciso di passare dalla parte dello Stato, rivelando i segreti del clan Piccirillo e contribuendo così alla lotta contro la criminalità organizzata. Questa conversione lo ha portato a rivolgersi agli stessi giovani che, forse influenzati dalla famosa serie “Gomorra”, potrebbero essere attratti dalla vita criminale.
L’evento prevede una serie di interventi significativi. Dopo i saluti del dirigente scolastico, la professoressa Antonella Pappalardo, interverranno l’avvocato Almerigo Pantalone, don Salvatore Saggiomo (cappellano del carcere di Secondigliano) e il colonnello Domenico Albanese, comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri. La scelta della citazione di Escriva, “Abìtuati a dire no”, sottolinea l’importanza di ascoltare una testimonianza diretta su come è possibile uscire da un passato di criminalità attraverso un percorso di redenzione autentico.
La preside Pappalardo sottolinea l’importanza di andare oltre la narrazione mediatica e televisiva per ascoltare direttamente la testimonianza di Panzuto, offrendo agli studenti un’opportunità unica di apprendere dai fallimenti e dalle esperienze di vita di chi ha compiuto un percorso di cambiamento così radicale. Questo incontro è particolarmente significativo per l’Irpinia, una regione che ha subito gli effetti della criminalità organizzata e che ha bisogno di modelli positivi di redenzione e cambiamento.