Il caso del giovane attentatore di Sant’Anastasia sta suscitando scalpore e indignazione, poiché il 17enne protagonista dell’attacco è ora diventato oggetto di polemica a causa dei video pubblicati su Tik Tok dal carcere minorile di Nisida. Questo evento ha spinto il deputato Francesco Emilio Borrelli a denunciare l’atto come illegale e a chiedere provvedimenti più severi per fermare la catena di violenza. Il 23 maggio scorso, il giovane attentatore insieme a un amico 19enne ha partecipato a una violenta stesa a Sant’Anastasia, nella provincia di Napoli, durante la quale una bambina di 11 anni è rimasta ferita alla testa. La brutalità dell’attacco ha lasciato l’opinione pubblica sconvolta, portando alla ribalta la necessità di affrontare il problema dell’educazione alla violenza e dell’adesione a stili di vita criminale in alcuni ambienti familiari.

La situazione ha assunto proporzioni ancora più gravi quando video del giovane attentatore, girati durante un video-colloquio con i familiari dal carcere di Nisida, sono diffusi su Tik Tok. Secondo la nota del deputato Borrelli, questa pratica è del tutto vietata e dovrebbe essere punita con decisione. La diffusione dei video ha portato a controversie online e ha scatenato minacce violente da parte di alcuni familiari.

Il giovane attentatore è cresciuto in un ambiente familiare segnato dalla criminalità, in quanto suo padre fu vittima di un attentato camorristico. Questo contesto, insieme alla presenza di influenze malavitose, ha sicuramente contribuito a plasmare il comportamento del ragazzo. Gli esperti sottolineano l’importanza di affrontare il problema dell’educazione a valori violenti, dell’omertà e della sopraffazione in alcune famiglie.

Gli esponenti politici, come il deputato Borrelli e la portavoce di Europa Verde Ines Barone, enfatizzano come la diseducazione sia una forma di maltrattamento grave, alla stessa stregua della violenza fisica. In questo senso, viene sottolineata la necessità di intervenire con provvedimenti adeguati per fermare la perpetuazione di tali disvalori nelle nuove generazioni.