La stagione del Reddito di Cittadinanza in Italia si è recentemente conclusa, ma ciò ha portato ad un’aspra disputa e a timori di proteste violente, soprattutto nelle zone dove il sostegno era più diffuso. Infatti, a partire dal prossimo mese, decine di migliaia di aspiranti lavoratori si ritroveranno senza alcuna entrata mensile poiché l’assegno mensile per coloro considerati capaci di lavorare non sarà più erogato. In questo contesto, il governo sta considerando una modifica ai sostegni ridotti che andranno a sostituire il Reddito di Cittadinanza, cercando di mitigare gli effetti negativi della fine del programma.

La polemica sui controlli effettuati dall’Inps e la necessità di una commissione d’inchiesta hanno ulteriormente acuito le tensioni, mentre l’introduzione del nuovo assegno di Supporto alla Formazione e al Lavoro viene valutata come una potenziale soluzione per gli “esodati del reddito”.

Con l’ultimo accredito sui conti di 169.000 percettori “occupabili”, la stagione del Reddito di Cittadinanza è giunta al termine. La decisione di porre fine al sostegno economico ha suscitato reazioni contrastanti: da un lato, ci sono coloro che sostengono che questa misura spingerà le persone a cercare attivamente un lavoro e ridurrà l’assistenzialismo; dall’altro, ci sono le preoccupazioni per il destino di coloro che non riescono a trovare un’occupazione immediatamente.

Con l’incertezza finanziaria che incombe sui disoccupati e sulla fascia più vulnerabile della popolazione, i timori di manifestazioni violente in alcune aree del paese sono reali. Le persone che, al netto del lavoro nero, si troveranno senza alcuna entrata mensile potrebbero esprimere la loro frustrazione e rabbia attraverso proteste e azioni dimostrative. Questo scenario sta spingendo il governo a prendere in considerazione ulteriori azioni per prevenire una situazione di instabilità sociale.

Il governo sta valutando un nuovo approccio per aiutare coloro che non riceveranno più il Reddito di Cittadinanza. L’idea è quella di introdurre un assegno di Supporto alla Formazione e al Lavoro, con una somma mensile di 350 euro per un massimo di 12 mesi. Tuttavia, i piani iniziali prevedevano che l’assegno fosse erogato solo dopo l’inizio effettivo di un corso di formazione, ma ora si sta considerando una scorciatoia che consentirebbe di erogarlo una volta espletati gli adempimenti formali richiesti, quali la firma del patto personalizzato di servizio presso i centri dell’impiego e l’iscrizione a tre Agenzie per il Lavoro.

Mentre il governo sta considerando questa soluzione di emergenza, la piattaforma Siisl (Sistema Informativo per l’inclusione Sociale e lavorativa) dovrebbe essere presto introdotta per avviare l’Assegno di Inclusione a partire dal 2024, sostituendo definitivamente il Reddito di Cittadinanza. Tuttavia, i decreti attuativi per la piattaforma sono ancora in fase di elaborazione, e quindi, la soluzione temporanea proposta potrebbe essere uno sbocco per coloro che si ritroveranno improvvisamente senza reddito.