Dalla nostra amica Eliana Iuorio, impegnata da sempre nel sociale e nella lotta antimafia, riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Mi interrogo spesso sul significato della parola “Legalità”. Con il trascorrere del tempo e l’esperienza maturata nell’associazionismo antimafia ho compreso che sono in tante e tanti a servirsi di questa parola, anche nei casi in cui sarebbe preferibile evitare.

Oggi (ieri ndr), celebriamo la Giornata nazionale in Memoria di tutte le vittime innocenti delle mafie e sono tanti gli eventi organizzati sul nostro territorio campano, soprattutto grazie all’Associazione Libera Contro le mafie che da anni propone una visione della “Legalità” volta alla Giustizia ed alla prevenzione della violenza. Un Impegno civile costante, che si fa portatore della Memoria di tutte e tutti coloro sono stati vittime del sistema mafioso.

Cosa significa prevenire la violenza, in tutte le sue forme? Come si può raggiungere un obbiettivo tanto alto ed importante? E’ una domanda che da presidente dell’associazione INROSA (nata nel 2008 a Napoli e qui a San Giuseppe Vesuviano da dieci anni), nell’occuparmi ed occuparci di donne vittime di abusi, di minori e di famiglia, mi pongo in continuazione, soprattutto al momento di elaborare progetti per il territorio volti – per l’appunto – alla prevenzione della violenza di genere, della violenza tout court, il bullismo, il razzismo e la discriminazione.
Mi rispondo e tutte noi socie ci rispondiamo, che per lavorare sulla legalità, per prevenire ogni forma di abuso, occorre partire dalla famiglia, certamente, ma soprattutto dalla Scuola.

Ma… Se la scuola non c’è?
Se l’Istituzione scolastica pubblica esiste ed è attivissima e puntuale, ma gli edifici adibiti allo scopo mancano, o sono abbandonati senza ricevere manutenzione adeguata; se piuttosto che garantire il servizio scolastico a pieno regime nei luoghi adatti si preferisce destinare spazi a progetti pure importanti, ma non così urgenti e necessari?
Se le famiglie sono costrette – loro malgrado, vedendosi negare un diritto sacrosanto – a scegliere scuole private certamente privilegiate ed avvantaggiate da questo stato di abbandono in cui le Istituzioni comunali confinano la Scuola pubblica?

Mi chiedo… E’ questa, la legalità di cui pure taluni amministratori comunali parlano durante convegni organizzati ad hoc, per farsi portavoce di una retorica dell’incoerenza che rasenta il surreale?

A San Giuseppe Vesuviano l’edilizia scolastica è penosa. Tanti bambini e bambine sono costretti a sacrifici indicibili, pur di partecipare alle lezioni quotidiane. I bimbi e le bimbe della Scuola dell’Infanzia del Secondo Circolo didattico, ad esempio, al plesso dell’Asilo Croce Rossa, che potrebbero godere di uno spazio meraviglioso per attività all’aperto, trascorreranno la primavera stipati e stipate nelle aule, perché c’è bisogno di manutenzione esterna che pur se sollecitata, non arriva; i bambini e le bambine delle classi elementari sono esuli nel vicino Istituto delle Suore del Cristo re. Il plesso ai Marciotti che – fino alla caduta di calcinacci ed alla conseguente messa in sicurezza dello stesso edificio – ospitava lo scorso anno i piccoli e le piccole dell’infanzia, ho saputo che dopo i lavori sarà occupato da una biblioteca (certamente non così urgente, sul territorio di San Giuseppe, dove ancora c’è tanto da lavorare sulla mentalità!).

E’ questa, la legalità cui aspiriamo? E’ disinteressandosi ed abbandonando l’Istituzione prima preposta all’Educazione degli Uomini e le Donne del futuro, che riusciremo a vincere le mafie ed a sgretolare quel muro di consenso ad esse, quel brodo di coltura di cui si alimentano tutte e tutti coloro che non hanno potuto conoscere l’alternativa, per sopravvivere?

Mi chiedo… Le mafie siamo noi che ci giriamo dall’altra parte, preoccupandoci di altro?
Confido vivamente in un cambiamento di rotta, nell’ascolto, nel riconoscimento di diritti importantissimi, da parte dell’Istituzione comunale, oggi rappresentata dalla Commissione prefettizia, che abbiamo accolto con rispetto. Spero di cuore che si riesca a risolvere in tempi brevi, ché il prossimo anno scolastico è già qui.