Il governo Meloni ha in cantiere una riforma delle pensioni che mira a superare le lacune della legge Fornero. Anche se al momento la riforma è ancora in fase embrionale, gli incontri tra governo e sindacati hanno permesso di delineare alcune possibili soluzioni che potrebbero interessare soprattutto donne e giovani. Nel corso dell’ultimo incontro, ad esempio, si è parlato di bonus per le donne e di sconti per coloro che rischiano di percepire una pensione molto bassa.

In particolare, è stata discussa la possibilità di riconoscere alle donne uno sconto di quattro mesi per ogni figlio, estendendo così il bonus che oggi vale solo per le donne che hanno la pensione calcolata interamente con il contributivo. Ciò significa che le donne potrebbero andare in pensione prima dei 67 anni, ovvero a 66 anni e 8 mesi con un figlio, 66 anni e 4 mesi con due figli e 66 anni esatti con almeno tre figli. Tuttavia, è importante notare che lo sconto in oggetto, introdotto dalla legge Dini, non può essere in ogni caso superiore ai 12 mesi.

Inoltre, si è tornati a parlare di riscatti gratuiti per valorizzare gli anni di studio, e di integrazione al minimo per garantire più soldi sull’assegno a chi rischia di prendere una pensione molto bassa. Tutte queste misure potrebbero avere un impatto positivo soprattutto sulle lavoratrici e sui contributivi puri, coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996 e rischiano di pagare oltremisura le nuove regole di calcolo dell’assegno.

È importante sottolineare che la riforma delle pensioni è ancora in fase di definizione, e che il governo ha bisogno di tempo per arrivare a un accordo con i sindacati e individuare le risorse da stanziare con la prossima legge di Bilancio.