L’indagine coordinata dalla Direzione distrettuale Antimafia di Napoli, con i pm Woodcock e Toscano, ha portato a un nuovo colpo alla criminalità organizzata campana. I carabinieri del Nucleo investigativo di Castello di Cisterna hanno eseguito un’ordinanza con 44 arresti che coinvolge affiliati ai clan Russo di Nola e Licciardi di Secondigliano, oltre a esponenti dei clan Cava e Fabbrocino.
L’accusa al centro dell’inchiesta riguarda una maxi truffa da circa 5 milioni di euro, realizzata ai danni di numerosi clienti Enel. Le dinamiche dell’operazione fraudolenta non sono ancora del tutto chiare, ma dalle intercettazioni emergono contatti diretti tra i gruppi criminali, capaci di accantonare rivalità e interessi divergenti quando si apre un’opportunità economica rilevante.
Il presunto ideatore della truffa non avrebbe legami diretti con le organizzazioni camorristiche. In base agli accordi interni, metà dei proventi sarebbe spettata ai clan. Tuttavia, un incidente stradale che ha coinvolto l’uomo, costringendolo al ricovero in ospedale, ha alimentato i sospetti dei complici. Convinti che si trattasse di un pretesto per sottrarsi ai pagamenti, i sodali avrebbero pianificato un’azione punitiva per recuperare i fondi pattuiti.
Giunti in ospedale, l’uomo avrebbe assicurato di non voler eludere l’accordo, spiegando che il denaro era stato momentaneamente trasferito su una piattaforma e che avrebbe provveduto alla consegna una volta dimesso. Una versione che ha spinto gli investigatori a interpretare inizialmente la vicenda come un episodio estorsivo, successivamente ricondotto a un conflitto interno per la spartizione dei ricavi truffaldini.
I fatti contestati si collocano nel periodo compreso tra aprile e ottobre 2023 e rappresentano un ulteriore esempio della capacità delle organizzazioni mafiose campane di sfruttare circuiti economici e tecnologici per nuove forme di arricchimento illecito.





