Nella prossima legge di Bilancio il governo starebbe preparando un nuovo intervento sul fronte delle detrazioni fiscali, con l’obiettivo di rimodulare gli sconti d’imposta e rendere il sistema più favorevole alle famiglie con figli. Secondo quanto trapela da fonti ministeriali, il capitolo dedicato alle detrazioni sarà uno dei più rilevanti del provvedimento, insieme alle misure sul taglio dell’Irpef.

Le regole attuali: taglio degli sconti oltre i 75 mila euro

Già lo scorso anno l’esecutivo era intervenuto introducendo un tetto alle detrazioni per i redditi superiori ai 75 mila euro, con un sistema di salvaguardia solo per le famiglie con figli.

Oggi, la normativa prevede un plafond massimo di 14 mila euro per i contribuenti con redditi compresi tra 75 mila e 100 mila euro, che scende a 8 mila euro oltre i 100 mila euro, fino ad azzerarsi del tutto sopra i 240 mila euro.

Il limite pieno si applica soltanto a chi ha almeno tre figli, mentre per i nuclei con due figli è previsto un coefficiente di correzione di 0,85 (che riduce il tetto da 14 mila a 11.900 euro).
Per chi ha un solo figlio, il coefficiente scende a 0,70, con una detrazione massima di 9.800 euro, e per i single o le famiglie senza figli il tetto è di 7 mila euro.

L’ipotesi di modifica: più detrazioni per chi ha un figlio

L’ipotesi al momento sul tavolo del governo prevede di innalzare il coefficiente per chi ha un solo figlio da 0,70 a 0,85, equiparandolo a quello delle famiglie con due figli.
In concreto, la detrazione massima per i redditi tra 75 e 100 mila euro salirebbe da 9.800 a 11.900 euro, ampliando quindi il beneficio fiscale per una platea più ampia di contribuenti.

Resta escluso da questo calcolo il comparto delle spese sanitarie, che continueranno a beneficiare delle detrazioni ordinarie previste dalla normativa.

Il collegamento con il taglio dell’Irpef

Le modifiche alle detrazioni si inseriscono nel quadro più ampio del taglio dell’Irpef, già previsto dalla manovra con la riduzione dell’aliquota del secondo scaglione dal 35% al 33%.
Secondo le anticipazioni, il beneficio — pari a 440 euro annui — dovrebbe fermarsi alla soglia dei 200 mila euro di reddito.

Oltre tale limite, il vantaggio fiscale verrebbe neutralizzato applicando una franchigia equivalente al beneficio ottenuto. In pratica, chi supera i 200 mila euro non potrà detrarre dal reddito i primi 440 euro di spese ammesse a detrazione.
Oltre i 240 mila euro, invece, la misura non avrebbe effetti, poiché le detrazioni risultano già azzerate.