C’è una novità importante per chi lavora nel settore del turismo: le mance tracciate stanno diventando un vero e proprio “bonus” extra in busta paga. Secondo un’elaborazione del Sole 24 Ore su dati Caf Acli, oggi i lavoratori del comparto riescono a guadagnare in media oltre 1.000 euro al mese in più grazie alle gratificazioni lasciate dai clienti.
La cultura della mancia in Italia
In Italia la mancia non è mai stata un obbligo, come invece accade in altri Paesi, ma negli ultimi anni si sta diffondendo sempre di più. Per camerieri, baristi, personale d’hotel e altre figure del settore turistico, rappresenta ormai una forma concreta di riconoscimento del lavoro svolto.
Oltre alle somme date in contanti, esiste ora anche un sistema più trasparente: le mance tracciate, inserite direttamente in busta paga dal datore di lavoro. È su queste che si basano i dati ufficiali, anche se la parte in contanti – difficile da monitorare – fa pensare che i guadagni reali possano essere ancora più alti.
Il cambio di regole fiscali
Un forte impulso è arrivato con la legge di Bilancio 2023, che ha modificato il trattamento fiscale delle mance. Prima venivano tassate come normale reddito da lavoro dipendente, quindi con Irpef e contributi. Oggi, invece, si applica una flat tax del 5%.
Tradotto in pratica: su 1.000 euro di mance, il lavoratore paga soltanto 50 euro di imposta, portandosi a casa quasi l’intero importo.
Verso un modello europeo?
In molti Paesi la mancia è obbligatoria per legge o consolidata come tradizione. In Italia non è ancora così, ma i numeri dimostrano che il settore si sta avvicinando a quel modello. Per chi lavora in bar, ristoranti, alberghi e strutture ricettive, questa novità si traduce in uno stipendio più ricco e meno tasse da pagare.