Non ce l’ha fatta il piccolo Francesco, il bambino di tre anni e mezzo rimasto gravemente ferito venerdì scorso nel parco urbano di Vibo Valentia. Una trave in legno lo aveva colpito violentemente, provocandogli lesioni gravissime al fegato.

La corsa contro il tempo

Subito dopo l’incidente, il bambino era stato portato d’urgenza all’ospedale di Vibo, dove i medici lo avevano sottoposto a un primo intervento chirurgico per tamponare l’emorragia interna. Vista la criticità del quadro clinico, si era poi deciso il trasferimento al Bambino Gesù di Roma, effettuato a bordo di un aereo militare.

Nel nosocomio romano Francesco era stato sottoposto a un secondo intervento e le sue condizioni sembravano in lieve miglioramento. Nelle ultime ore, però, il quadro clinico è precipitato fino al tragico epilogo.

L’inchiesta della Procura

Con la morte del piccolo, la Procura di Vibo Valentia, guidata da Camillo Falvo, ha modificato l’ipotesi di reato: da lesioni personali gravissime a omicidio colposo.

È stato incaricato l’ingegnere Giuseppe Venanzio di eseguire una perizia tecnica sulla struttura del parco, già sottoposta a sequestro. L’obiettivo è accertare se vi siano state carenze di sicurezza, difetti di manutenzione o inadeguatezze progettuali che possano aver determinato la tragedia.

In questa fase, gli inquirenti stanno procedendo con le verifiche documentali e amministrative. Una volta acquisiti i risultati della consulenza tecnica, verranno valutate eventuali responsabilità e disposti ulteriori accertamenti, compresa la possibile convocazione di persone informate sui fatti.

Una comunità sotto shock

La morte di Francesco ha sconvolto la comunità di Vibo Valentia, già profondamente scossa dall’incidente. Nel parco urbano, frequentato ogni giorno da tante famiglie, restano i segni del sequestro giudiziario e il dolore di una vicenda che riporta al centro il tema della sicurezza degli spazi pubblici dedicati ai bambini.