Sentenza di condanna per Rosario Giugliano che segna una svolta nell’inchiesta sul voto di scambio politico-mafioso nelle elezioni comunali del 2020 a Poggiomarino. Giugliano ha scelto il rito abbreviato, decisione che ha portato a una condanna mitigata grazie alle attenuanti riconosciute dal pubblico ministero antimafia Giuseppe Visone per la collaborazione con la giustizia.
L’Inchiesta sul Voto di Scambio
L’indagine ha coinvolto diverse figure di spicco della politica locale, tra cui l’ex sindaco Maurizio Falanga, l’ex vice sindaco Luigi Belcuore e l’imprenditore Franco Carillo, fratello di un ex assessore. Le dichiarazioni di Giugliano hanno rivelato i meccanismi attraverso cui la criminalità organizzata ha influenzato le elezioni, determinando la vittoria di Falanga. Grazie a questa collaborazione, gli inquirenti hanno potuto ricostruire l’intero sistema di manipolazione del voto e la successiva spartizione di appalti pubblici tra esponenti della malavita.
Gli Arresti e il Ruolo di Giugliano
Lo scandalo è esploso nell’ottobre scorso con l’arresto dei vertici comunali. Tra i protagonisti dell’inchiesta emerge il nome di Rosario Giugliano, noto come “o’ minorenne”, il cui contributo si è rivelato fondamentale per svelare il legame tra politica e criminalità organizzata nella cittadina vesuviana.
Le sue testimonianze hanno fatto luce su un piano ben orchestrato per garantire il successo elettorale del candidato favorito dalla camorra. Secondo quanto dichiarato da Giugliano, il clan avrebbe influenzato non solo l’elezione di Falanga, ma anche la composizione della giunta comunale, assicurandosi il controllo sulla distribuzione di appalti e fondi pubblici.
Il Processo agli Altri Imputati
Mentre Giugliano ha ottenuto una sentenza con rito abbreviato, gli altri imputati – Falanga, Belcuore e Carillo – affronteranno il processo con rito ordinario presso il Tribunale di Torre Annunziata. Le ultime udienze hanno evidenziato anche possibili legami tra membri dell’amministrazione comunale e un altro esponente della criminalità organizzata, Antonio Giugliano, detto “o’ Savariello”. Tuttavia, questo aspetto rimane separato dal procedimento in corso.