Il nuovo anno si è aperto con un’ondata di episodi inquietanti tra Napoli e provincia, dove decine di persone, tra cui molti minori, sono stati filmati mentre sparavano con armi da fuoco vere o a salve per celebrare l’arrivo del 2025. A denunciare il fenomeno è il deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, che ha ricevuto oltre 200 video documentanti questa pratica pericolosa e sconsiderata.
Un fenomeno in espansione
Secondo Borrelli, i video ricevuti rappresentano solo una minima parte del fenomeno:
“Il numero di episodi è spropositato, e ciò che emerge dai social media è probabilmente solo la punta dell’iceberg. Pensare che centinaia di persone utilizzino armi in questo modo deve spingere a una riflessione seria e immediata.”
L’aspetto più allarmante è il coinvolgimento di bambini e giovanissimi, spesso spinti dai genitori stessi a impugnare armi e a sparare, trasformando un momento di festa in un comportamento pericoloso e irresponsabile.
Bambini armati: un’emergenza educativa e sociale
In molti video, i protagonisti sono minori, alcuni addirittura di due o cinque anni, immortalati mentre sparano con pistole e fucili. Altri mostrano ragazzine e adolescenti che sparano ad altezza d’uomo e poi ridono dell’accaduto.
“Mettere una pistola in mano a un bambino è una vergogna intollerabile. Questo fenomeno dimostra non solo la pericolosità della diffusione delle armi, ma anche l’inadeguatezza di molti genitori nel ruolo educativo. È necessario l’intervento immediato degli assistenti sociali,” ha dichiarato Borrelli.
Le richieste di intervento
Il deputato propone una doppia linea d’azione per affrontare questa emergenza:
Controllo delle armi:
Potenziare le operazioni di sequestro delle armi illegali presenti in città.
Rafforzare le sanzioni contro chi possiede o utilizza armi in modo irresponsabile.
Interventi sui nuclei familiari:
Monitorare le famiglie in cui si verificano episodi di questo tipo, con il supporto di assistenti sociali.
Promuovere campagne di sensibilizzazione per educare i cittadini ai rischi dell’uso delle armi.
Il “Capodanno della Vergogna” mette in luce un problema che va ben oltre il singolo episodio: la normalizzazione della violenza e l’assenza di un’educazione civica che tuteli i più giovani.
Contrastare questa deriva richiede un’azione congiunta tra forze dell’ordine, istituzioni e cittadini per garantire che episodi come questi non si ripetano. Come sottolineato da Borrelli:
“Non possiamo permettere che comportamenti del genere diventino una tradizione. Serve un intervento deciso, per proteggere la vita dei cittadini e il futuro dei nostri giovani.”