Nel 2020, Eduardo Colacicco, un paziente avellinese di 67 anni, è deceduto a seguito di un intervento chirurgico eseguito sul lato sano del suo corpo. L’operazione, avvenuta presso la clinica Villa Esther, mirava ad asportare un tumore all’uretere destro, ma il tragico errore ha portato all’asportazione del lato sinistro, aggravando una condizione già delicata e causando la morte del paziente per insufficienza renale acuta il 23 ottobre dello stesso anno.

Gli imputati e le accuse
A processo sono finiti tre medici coinvolti nella vicenda:

Veronica Tecce
Franca Salzillo
Mario Di Martino
Sono accusati di omicidio colposo e lesioni colpose in cooperazione per gravi errori diagnostici e procedurali che hanno determinato il decesso di Colacicco. Secondo l’accusa, rappresentata dall’avvocato Cristina Mancini per conto dei familiari della vittima, vi è stata una serie di omissioni e superficialità nella gestione del caso, dall’errata trascrizione iniziale fino all’intervento chirurgico fatale.

Errori e omissioni nella gestione del caso
Le indagini, condotte dalla procura di Avellino, hanno portato alla luce una catena di errori che si sono verificati fin dalle prime fasi:

Errore diagnostico nella PET: il 22 settembre 2020, la dottoressa Franca Salzillo, responsabile della Medicina Nucleare presso Diagnostica Medica di Mercogliano, trascrisse erroneamente che il tumore interessava il lato sinistro invece del destro.
Conferma dell’errore nei successivi accertamenti: il dottor Mario Di Martino, durante una visita specialistica il 25 settembre, reiterò l’errore trascrivendo il lato sbagliato nella richiesta di ricovero per nefroureterectomia.

Anomalie nella fase pre-operatoria: nessun approfondimento diagnostico è stato effettuato per confermare la localizzazione del tumore. Nonostante la necessità di ulteriori accertamenti, si procedette basandosi sulla diagnosi errata.
Errore nella checklist pre-operatoria: anche il team chirurgico, guidato dal dottor Di Martino, riportò il lato sinistro come quello da operare nella checklist di sicurezza in sala operatoria.
Le difese e la prossima udienza
I tre imputati, difesi dagli avvocati Alberto Biancardo, Alfonso Laudonia, Orlando Sasso, Fabio Tulimiero e Claudio Sgambato, hanno contestato le accuse, sottolineando la complessità del caso e la possibilità di errori sistemici nella comunicazione tra i reparti.