Un’altra giornata di alta tensione ha sconvolto il carcere di Poggioreale, il più affollato d’Europa, dove ieri un gruppo di detenuti del reparto Milano ha dato vita a una violenta protesta. L’episodio ha richiesto l’intervento di oltre cento agenti di polizia penitenziaria impegnati fino alla prima serata per riportare la calma.
La rivolta nel dettaglio
La protesta ha coinvolto decine di detenuti che hanno devastato celle e danneggiato suppellettili. Nonostante la violenza, non si registrano vittime grazie all’intervento tempestivo della polizia penitenziaria.
I motivi della protesta non sono ancora del tutto chiari. Tuttavia, le autorità hanno avviato un’indagine per identificare i responsabili e chiarire le cause scatenanti.
Poggioreale: un carcere al limite
Questo episodio si aggiunge a una lunga serie di incidenti che sottolineano le condizioni critiche della struttura:
Sovraffollamento cronico
Con oltre 2.000 detenuti, Poggioreale opera ben oltre la sua capacità, aggravando la tensione interna.
La chiusura del reparto Napoli, che ospitava circa 350 detenuti, non ha alleggerito significativamente la pressione.
Condizioni strutturali e gestionali precarie
Aumenti di episodi violenti e difficoltà logistiche accentuano l’instabilità.
Gli agenti di polizia penitenziaria sono costantemente sotto pressione, come denunciato dal Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria).
Altri episodi recenti di violenza
Poggioreale è stato teatro di diversi episodi critici negli ultimi anni:
Agosto scorso: un detenuto ha incendiato un materasso, provocando un’evacuazione massiva e il ricovero di numerosi detenuti per intossicazione.
Marzo 2020: durante il lockdown, una rivolta devastante aveva causato danni ingenti, con padiglioni distrutti e minacce agli agenti da parte di esponenti della criminalità organizzata.
Anche nelle altre strutture della Campania, come il carcere minorile di Nisida, si registrano episodi di violenza. Pochi giorni fa, un detenuto ha tentato di accoltellarne un altro dopo una lite.