Un rinomato ristorante di sushi nel cuore di Chiaia, via Martucci, chiuso dalle autorità sanitarie in seguito a diversi casi di sospetta intossicazione alimentare. L’ordine di sospendere l’attività è stato emesso dal dipartimento di Prevenzione dell’Asl Napoli 1 in collaborazione con i Nuclei Antisofisticazione e Sanità dei Carabinieri. La sospensione è decisa dopo che diversi giovani, tutti al di sotto dei 25 anni, hanno manifestato sintomi come vomito e diarrea dopo aver consumato cibo nel locale sabato scorso. La modalità “all you can eat”, che offre un menù illimitato a un prezzo fisso, è stata la scelta di questi giovani avventurosi. Fortunatamente, nessuno degli intossicati ha richiesto il ricovero ospedaliero, ma tutti hanno riportato gravi disturbi gastrointestinali.

Attualmente, dieci ragazzi napoletani sono colpiti da cefalea, nausea, vomito e crampi, sintomi che potrebbero essere collegati al consumo delle pietanze offerte dal ristorante di sushi ora sotto inchiesta. Nonostante non facciano parte di un unico gruppo, ma di almeno due comitive diverse, tutti hanno condiviso i tavoli del locale il fatidico sabato.

Gli sfortunati consumatori hanno iniziato a manifestare i sintomi poche ore dopo la cena e hanno successivamente sospettato che il sushi potesse essere la causa del loro malessere. Lunedì pomeriggio, i medici di medicina generale hanno segnalato al dipartimento di prevenzione dell’Asl Napoli 1 i casi di sospetta intossicazione alimentare, conducendo così all’ispezione del ristorante.

La chiusura temporanea del locale è accompagnata da prescrizioni riguardanti alcuni aspetti strutturali e organizzativi dell’attività, compreso il disordine nelle aree di deposito. Inoltre, sono eseguiti prelievi di alimenti che saranno sottoposti ad analisi di laboratorio per accertare eventuali tossicità o condizioni inadeguate di conservazione.

È importante sottolineare che al momento non è stabilita una connessione diretta tra i casi di sospetta intossicazione alimentare e il consumo di sushi presso il ristorante. L’indagine è in corso, e solo con esiti negativi dalle analisi di laboratorio sarà possibile considerare la riapertura dell’attività.